martedì 4 maggio 2021

VERONAFIERE, MOTOR BIKE EXPO TORNA IN SELLA DAL 18 AL 20 GIUGNO 2021


Verona, 4 maggio 2021. La ripartenza del sistema fieristico nazionale a giugno passa da Verona, salutata dal rombo di migliaia di moto. Motor Bike Expo, infatti, è il primo salone internazionale a riaprire in Italia, dopo oltre un anno di stop imposto dall’emergenza sanitaria.
La manifestazione di riferimento per il mondo delle moto personalizzate dà appuntamento alle migliaia di appassionati a Veronafiere, da venerdì 18 a domenica 20 giugno. Una rassegna in presenza e sicura, programmata tre giorni dopo la data del 15 giugno, scelta dal Governo per il via libera alle fiere con il Decreto legge sulle riaperture, pubblicato il 22 aprile.

Dopo un primo rinvio a maggio, Motor Bike Expo torna quindi in pista, per la sua 13a edizione a Veronafiere, con un evento ancora più dinamico, dove ammirare moto uniche provenienti dai garage di tutto il mondo e customizzate dai migliori preparatori di fama internazionale. 
Presenti le più blasonate Case motociclistiche, i produttori di accessori, ricambistica e abbiglia- mento, i tour operator specializzati in viaggi on the road. Il tutto con il supporto dei moto club di tutte le regioni e della Federazione Motociclistica Italiana, che ha organizzato diverse iniziative in fiera, rigorosamente da vivere in sella.

Lo spostamento del salone a giugno, con temperature più miti, consente di moltiplicare le attività all’aperto: dai demo ride dove provare su strada le ultime novità in fatto di due ruote, fino alla scuola di guida sicura. Per la prima volta, poi, i motociclisti possono entrare in fiera con le proprie moto, grazie ad un nuovo parcheggio dedicato e dotato di tutti i servizi.


FOTO DAVIDE STORI

Team Bassano sul podio a Piancavallo.



Romano d'Ezzelino (VI), 4 maggio 2021 – Due su tre all'arrivo gli equipaggi del Team Bassano impegnati in un Rally Piancavallo condizionato dal maltempo e conseguenti ritardi sulla tabella di marcia, ma con tutte le sei prove regolarmente disputate, nelle giornate di sabato 1 e domenica 2 maggio.
Orfano da subito della Porsche 911 RSR di Bernardino Marsura e Chiara Corso, appiedata dalla rottura del cambio nel trasferimento verso la prima prova, è toccato agli altri due equipaggi l'onere di difendere i colori dell'ovale azzurro. Missione che è stata portata a termine con successo da Pietro Tirone, in perfetta sintonia con Giacomo Giannone, bravo a domare la Porsche 911 SC Gruppo 4 su un percorso molto insidioso, e condurla sul terzo gradino del podio assoluto aggiudicandosi la vittoria di classe e di 3° Raggruppamento. Soddisfacente anche la prestazione, la prima coi colori del Team Bassano, di Alessandro Mazzuccato e Marco Garon che vedono il traguardo con la loro Opel Ascona SR Gruppo 2, piazzandosi al secondo posto di classe e terzo di 3° Raggruppamento, grazie alla settima prestazione assoluta e, assieme al risultato di Tirone e Giannone, permettono al Team Bassano di aggiungere al già ricco palmarès una nuova vittoria nella classifica delle scuderie.

In quasi contemporanea col rally friulano, si svolgeva nel Bolognese la Targa AC Bologna, gara di valevole per il Campionato Italiano Regolarità Auto Storiche nella quale era presente con la Lancia Fulvia HF 1.6 lo specialista Andrea Giacoppo, nuovamente in coppia con Nicola Randon; dopo una gara di alto livello, il duo vicentino ha concluso realizzando l'ottava prestazione assoluta sul campo ma, per effetto del meccanismo dei coefficienti assegnati alle vetture in base all'anno di costruzione, si sono ritrovati in diciottesima posizione.

Il mese di maggio prosegue proponendo un tris di appuntamenti per il prossimo fine settimana; s'inizia con la Targa Florio, valevole come secondo round del CIR Auto Storiche, alla quale sono sette gli equipaggi iscritti dal Team Bassano. Ad aprire l'elenco, la Lancia Delta Integrale 16V Gruppo A di "Lucky" e Fabrizia Pons e a seguire la Porsche 911 SC/RS Gruppo B di Ermanno Sordi che sarà navigato, stavolta, da Maurizio Torlasco; tocca poi al locale Marco Savioli al debutto sulla BMW 320i Gruppo 2 condivisa con Roberto Consiglio e, a seguire, la Lancia Rally 037 Gruppo B di Edoardo Valente e Jeanne Françoise Revenu. Ovale azzurro anche sulla Porsche 911 SC Gruppo 4 di Alessandro Russo e Marcello Certisi, oltre che sulla Renault 5 GT Turbo Gruppo N di Michele Paoletti e Rossano Mannari. Chiudono la lista Alfredo Gippetto e Paola Di Blasi con la Volkswagen Golf Gti Gruppo 2. Nove le prove in programma, tutte nella giornata di sabato 8 maggio, per un totale di 90 chilometri cronometrati; partenza ed arrivo da Termini Imerese.

Sette anche gli equipaggi iscritti al Rally Storico della Valpolicella che, assieme alla regolarità sport, va ad affiancarsi al moderno e si svolgerà su sei prove speciali nel Veronese per una sessantina di chilometri cronometrati. Tra i cinque in gara nel rally, tutta da seguire la sfida in famiglia Costenaro tra Giorgio e Giovanni col primo, navigato da Lucia Zambiasi sulla Lancia Stratos, che cercherà di render la vita difficile al figlio, a sua volta alla ricerca del tris dopo le vittorie di Adria e Bardolino con la Ford Sierra Cosworth 4x4 dove ritroverà Matteo Gambasin a dettargli le note. Tra di loro, un'altra Sierra Cosworth 4x4: quella di Nicola Patuzzo e Alberto Martini che cercheranno il successo sulle strade di casa, e sarà un debutto quello che attende Agostino Iccolti che, lasciata la Porsche 911 che tante soddisfazioni gli ha regalato, si getterà nella mischia anch'egli alla guida di una d Sierra Cosworth a trazione integrale, ritrovando Flavio Zanella alle note. Completano il quintetto del rally Danilo Pagani e Adriano Beschin con la Fiat 131 Abarth, mentre con una Porsche 911 saranno in gara nella regolarità sport, Massimo e Riccardo Rettore, e infine, per Nicola Randon e Martina Bonvecchio è pronta la Fiat Ritmo 130 TC.

Il terzo ed ultimo appuntamento settimanale porterà i colori del Team Bassano all'Autodromo di Imola per la gara di Campionato Italiano Velocità Auto Storiche alla quale saranno al via Roberto Piatto ed Enzo Armellini con la Fiat Ritmo 75 Gruppo 2.

Foto di Videofotomax

Michele Alboreto, il debutto in F1 a Imola 1981


di Massimo Campi
Immagini © Raul Zacchè/Actualfoto

È il 3 maggio 1981 quando si accendono i motori delle 24 monoposto sulla pista in riva ala Santerno per il primo Gran Premio di San Marino di Formula Uno. Il tracciato di Imola ha già ospitato l’edizione 1980 del Gran Premio d’Italia, al posto della tradizionale sede nell’Autodromo Nazionale di Monza. Per la seconda volta nella storia l’Italia ha due gran premi validi per il campionato mondiale di F1 nello stesso anno. Il precedente risale al 1957 quando, oltre al gran premio nazionale, viene inserito nel calendario iridato anche il GP di Pescara.

La gara sul tracciato romagnolo è fortemente voluta da Enzo Ferrari che ha ottenuto la titolazione della gara nella pista intitolata al figlio Dino, dopo una lunga trattativa con la FIA di Jean Marie Balestre e la FOCA di Bernie Ecclestone, grazie anche all’organizzazione diretta da Roberto Nosetto, mandato apposta da Drake a gestire il tracciato imolese.

È grande festa quando si accendono i motori, con gli spalti e la collina della Rivazza che brulicano di colori, soprattutto del rosso Ferrari, con la vettura di Maranello in prima fila. Gilles Villeneuve ha siglato la pole position, la prima per una Ferrari Turbo, seguito dall’ex compagno Reutemann con la Williams, dalle due gialle Renault e dalla seconda Ferrari di Pironi. Il pubblico esulta sugli spalti, per le vetture, ma anche per i piloti italiani al via. Patrese, De Cesaris, Cheever, Giacomelli, Gabbiani ed il giovane Michele Alboreto, al debutto con la Tyrrell che è riuscito a partire con il 17° tempo, al fianco della Ligier-Matra di Jean Pierre Jabouille.

Per il milanese è un grande punto arrivo di una carriera iniziata con le piccole F. Monza, proseguita fino conquistare il titolo europeo di F.3 nel 1980. Imola rappresenta anche l’inizio della futura carriera da grande professionista, Michele Alboreto arriva in F.1, porterà alla vittoria la Tyrrell, poi la sua tuta diventa rossa, rossa Ferrari. Sono gli anni della pattuglia italiana in F.1, tanti giovani di belle speranza e tanti soldi di papà nel portafoglio. Michele è diverso, viene da una famiglia normale, viene dalla periferia, Rozzano, ai confini sud di Milano. Passione, come tanti, ma anche intelligenza e coraggio. La coscienza di conoscere la propria realtà, sicuramente umile al confronto degli altri piloti, e quindi il dovere di sapere sfruttare al massimo le poche occasioni. Non bisogna mai sbagliare, bisogna sempre saper cogliere il maggior risultato possibile con i mezzi a disposizione. Michele lo sa, Michele non sbaglia ed arriva in alto.
Gli inizi della carriera di Michele sono nella Scuderia Salvati, fucina di giovani piloti, dove Michele emerge dalla massa con le sue qualità sia in pista che fuori dall’abitacolo. Dopo la F.Monza arriva la F.Italia, poi la F.3, i primi contratti con la Lancia di Cesare Fiorio, la F.2 con Minardi ed arriva la chiamata per la F.1.

“Michele era giovane, veloce, – ricorda Pippo Cascone il Direttore Sportivo della Salvati – abbiamo investito quasi subito su di lui e l’abbiamo seguito nei primi anni fino a quando è stato in grado di camminare con le sue gambe ed ottenere quei risultati che gli hanno aperto le porte per diventare un vero professionista”.

Il debutto con la Tyrrell avviene per una serie di circostanze ed una serie di rapporti che Michele riesce ad avere con diversi personaggi dell’ambiente con i suoi modi sempre garbati ed educati. Quando ad Alboreto si stanno aprendo le porte della F.1, mancano gli appoggi finanziari. Barbro Peterson presenta il giovane milanese al Conte Zanon, tra i due nasce una intesa. L’appassionato patrocinatore di giovani talenti è subito conquistato dalla bravura e dalla passione di Michele, il Conte intuisce che quel giovane ha belle speranze e tanto talento. Sarà proprio lui a finanziare i primi motori DFV Cosworth ed a fare da ponte con Ken Tyrrell per rendere possibile il debutto di Michele in F.1.

“Michele ha un mito: Ronnie Peterson, i colori del suo casco sono quelli dello svedese e come il biondo campione è venuto dal nulla, senza mezzi ma con tanto talento – ricorda Adrano Salvati – dopo la morte di Peterson, Michele scrive una lettera alla moglie Babro, ed inizia tra i due un rapporto di lontana amicizia. Lo svedese è ricorso all’aiuto del Conte “Gughi” Zanon di Valgiurata diverse volte nella sua carriera. L’aristocratico italiano facoltoso uomo d’affari con vasti interessi nell’industria del caffé, lo aiutò a ricucire i rapporti con la March all’inizio degli anni’70. All’epoca la squadra aveva una monoposto piuttosto convenzionale, piloti non proprio di primo piano e un budget tenuto in piedi dalla partecipazione discontinua di alcuni sponsor abbastanza importanti, tra cui la Lavazza, controllata dalla moglie del Conte Zanon. In seguito Zanon ricorse nuovamente in aiuto allo svedese nel 1977, quando lo svedese decise di abbandonare la Lotus dopo vari diverbi con Chapman. E qui, tornò in ballo il nome March. Il suo ritorno alla compagine inglese, fu propiziato ancora una volta dall’intervento del Conte Zanon di Valgiurata. La situazione economica della squadra non era solidissima e gli sponsor si alternavano per coprire il budget. Peterson, realisticamente non si aspettava di compiere un’annata da urlo, ma a Monza compì un mezzo miracolo, vincendo pur con un mezzo inferiore scrivendo una delle più memorabili pagine della storia di questo sport.”

Parte la gara, scatta Villeneuve dalla prima fila, Pironi sorpassa le gialle Renault e la Williams ed primo giro sono le due rosse a passare per prima sul traguardo. Ma le rosse non riescono a mantenere il ritmo vincente per tutta la gara e dopo varie vicissitudini sarà la Brabham di Nelson Piquet a vincere il primo Gran Premio di San Marino, seguito dalla Arrows di Patrese e dalla Williams di Reutemann.
Michele Alboreto ha un buon ritmo di gara con la Tyrrell, fino al 31° giro quando viene urtato dalla Osella di Beppe Gabbiani. Finisce l’avventura del milanese, ma le sue prestazioni non sono sfuggite agli addetti ai lavori. Il talent scout Ken Tyrrell sa di avere trovato un nuovo giovane di valore per la sua squadra, Michele sarà l’ultimo pilota a portare al successo una vettura del boscaiolo prima di passare alla rossa di Maranello.

Sul tracciato del Santerno correrà altre volte con le vetture del boscaiolo, nel 1982, l’anno della lotta Villeneuve-Pironi, Michele sale sul terzo gradino del podio dimostrando di avere le doti per fare il grande salto di qualità tra i top driver, sfortunata invece l’edizione 1983, formo dopo una collisione con Surer.

Capelli ricci, sguardo intenso, modi garbati. Enzo Ferrari lo vuole, gli piace quel ragazzo con tanta passione e tanta umiltà ed educazione. Per anni non ha voluto piloti italiani, ma con Michele è un’altra storia, il Drake gli ha aperto il cuore e Michele ha conquistato il cuore degli appassionati. Con Ken Tyrrell ci sarà una nuova piccola parentesi, nel 1989 dopo gli anni Ferrari, ma questa è tutta un’altra storia finita troppo in fretta, proprio ad Imola.







MotoGP / Viñales (Yamaha) il più rapido nei test di Jerez davanti alle Suzuki di Rins e Mir


di Diego Onida

È di Maverick Viñales (Monster Energy Yamaha) con il tempo di 1’36.879 il miglior referto nella giornata dei test IRTA, disputati ieri sul circuito Ángel Nieto di Jerez. Lo spagnolo, che percorso oltre 100 giri, ha concentrato il lavoro sulla frenata e la percorrenza in curva, svolgendo un long run nel pomeriggio, utile a raccogliere i dati necessari per i prossimi appuntamenti. Assente dopo il problema al braccio destro accusato domenica, il compagno di box Fabio Quartararo, che ha preferito disertare l’appuntamento e sarà sottoposto ad un controllo medico nei prossimi giorni. 
Così Massimo Meregalli, direttore del team Yamaha: «Abbiamo trascorso molto tempo oggi ad esaminare il problema accusato in gara da Maverick in curva, trovando un netto miglioramento. Ha percorso più giri di ogni altro pilota, terminato il test al vertice, ma la cosa principale è aver trovato una maggiore fiducia con la moto. Questo è qualcosa di veramente importante per la prossima gara – dice il monzese – Sappiamo che il circuito Bugatti si adatta bene alle caratteristiche della nostra moto, quindi speriamo in un buon weekend di gara». 

Fiducioso in vista del prossimo appuntamento, Viñales spiega la sua giornata: «Al mattino le condizioni erano perfette e ho potuto guidare molto velocemente mentre nel pomeriggio nonostante siano mutate, sono comunque stato molto veloce – dice – Sono fiducioso, abbiamo trovato ciò di cui avevo bisogno nelle scorse due gare, ho acquisito maggior confidenza con la moto e penso che a Le Mans potremo concentrarci ad essere più veloci». 

Dietro allo spagnolo, la classifica dei tempi vede l’accoppiata Suzuki Ecstar con Alex Rins (1’36.913 – 59 giri) e Joan Mir (1’37.310 – 64 giri). Per i due piloti della casa di Hamamatsu, il lavoro si è concentrato principalmente sul motore e prove comparative tra quello di quest’anno e quello del prossimo, cercando di percorrere il maggior numero di chilometri. 


Positivo, secondo il responsabile tecnico della casa giapponese Ken Kawauchi, il test, nel quale sono stati raccolti informazioni utili per il futuro: «Abbiamo ricevuto un buon feedback dai piloti trovando miglioramenti, obiettivo sempre principale di una giornata di test – dice – Entrambi i piloti hanno fatto molti giri e i loro tempi sono stati buoni; lasciamo quindi Jerez soddisfatti». 

Staccati dal vertice della classifica, i due piloti Ducati, trionfatori soli 24 ore prima. Francesco Bagnaia (1’37.690 – 40 giri) e Jack Miller (1’38.455 – 44 giri) sono scesi in pista a metà giornata per poi concludere la propria sessione nel primo pomeriggio, chiudendo rispettivamente in decima e 18° posizione. Questo il commento del pilota piemontese: «È stata una giornata molto positiva, finalmente siamo riusciti a portare a termine alcuni lavori che avevamo in sospeso dall’ultimo test di precampionato. Abbiamo completato tutto il programma previsto e siamo riusciti a chiudere la giornata in anticipo. Il mio ritmo è stato buono, perciò sono soddisfatto e pronto ad affrontare la prossima gara in Francia». 

Scorrendo la classifica, troviamo al quarto posto la Honda LCR del giapponese Takaaki Nakagami (1’37.348 – 71 giri) e la Ducati Pramac di Johann Zarco (1’37.435 – 75 giri). A seguire in sesta piazza Pol Espargaro (Repsol Honda) e Miguel Oliveira (Red Bull Ktm) settimo, davanti alla Ducati Avintia di Luca Marini. Nono tempo per Franco Morbidelli (Petronas Yamaha SRT) mentre Rossi ha chiuso al 12° posto. Per il romano (1’37.627 – 67 giri) lavoro sul set up e frenata: «Era un'area con cui non avevo una sensazione perfetta, quindi era qualcosa a cui potevamo guardare meglio e penso che oggi abbiamo trovato qualcosa che ha migliorato il mio feeling» dice. 

Cauto ottimismo invece per Valentino Rossi (1’37.700 – 73 giri). Così il pesarese: «Oggi è stata una buona prova perché abbiamo migliorato il feeling con la moto e il ritmo sia con la gomma da gara sia da qualifica. Abbiamo lavorato sull'equilibrio della moto, sulle impostazioni e possiamo vedere i miglioramenti perché ero a mio agio sia in frenata sia in curva. Abbiamo anche altri nuovi pezzi per la moto e sono contento perché oggi siamo riusciti a migliorare dopo un weekend difficile». 

Caduto, fortunatamente senza grosse conseguenze Aleix Espargarò. Trasportato al centro medico per accertamenti, il pilota Aprilia non ha riportato alcun danno ed è potuto riprendere il proprio lavoro in pista. Anche lui ha provato alcuni componenti del prossimo anno. Solo sette giri infine per Marc Marquez (1’38.313), ancora dolorante dopo la caduta nella terza sessione di prove libere di sabato che ha preferito chiudere anticipatamente la giornata di test.

Classifica dei tempi
1 Maverick Viñales (Monster Energy Yamaha MotoGP) 1'36.879
2 Alex Rins (Suzuki Ecstar) 1'36.913
3 Joan Mir (Suzuki Ecstar) 1'37.310
4 Takaaki Nakagami (LCR Honda Idemitsu) 1'37.348
5 Johann Zarco (Pramac Racing Ducati) 1'37.435
6 Pol Espargaro (Repsol Honda) 1'37.506
7 Miguel Oliveira (Red Bull KTM Factory Racing)1'37.508
8 Luca Marini (SKY VR46 Avintia) 1'37.559
9 Franco Morbidelli (Petronas Yamaha SRT) 1'37.627
10 Francesco Bagnaia (Ducati Lenovo) 1'37.690
11 Brad Binder (Red Bull KTM Factory Racing) 1'37.698
12 Valentino Rossi (Petronas Yamaha SRT) 1'37.700
13 Enea Bastianini (Avintia Esponsorama Ducati) 1'37.717
14 Aleix Espargaro (Aprilia Racing Team Gresini) 1'37.885
15 Alex Marquez (LCR Honda) 1'38.170
16 Marc Marquez (Repsol Honda) 1'38.303
17 Iker Lecuona (Tech 3 KTM Factory Racing) 1'38.374
18 Jack Miller (Ducati Lenovo) 1'38.455
19 Danilo Petrucci (Tech 3 KTM Factory Racing) 1'38.608
20 Tito Rabat (Pramac Racing Ducati) 1'38.826
21 Lorenzo Savadori (Aprilia Racing Team Gresini) 1'39.024



John Watson, irlandese da corsa


di Massimo Campi
foto di Raul Zacchè-Actualfoto

Ferragosto 1976, Austria, Stiria, la Penske di John Watson passa per prima sotto la bandiera a scacchi, una vittoria sudata, la prima ed anche unica per il team americano. La prima vittoria per John Marshall Watson, il pilota nato il 4 maggio 1946 a Belfast. Per la Penske è una rivincita, è passato un anno dal dramma di Mark Donohue proprio sulla pista austriaca. Per John Watsan, pilota di cuore, è arrivato finalmente il successo, una gara strana, senza le Ferrari, senza l’idolo locale Niki Lauda ricoverato in ospedale dopo il rogo del Nurburgring un paio di settimane prima. 
Ma John ha dovuto sudarla quella vittoria, la Penske finalmente va forte, partenza in prima fila, piede a tavoletta sui curvoni del tracciato austriaco e la iniziale lotta con la March di Ronnie Peterson, sempre un avversario scomodo, altro piede pesante che non molla mai. L’irlandese non molla, è lanciato, la March dello svedese non riesce a tenere il ritmo, anche quello di Laffitte, Nillson, Hunt ed Andretti. Quando si abbassa la bandiera a scacchi la Penske dell’irlandese ha dieci secondi vantaggio sulla Ligier-Matra di “Jacquot”. Il poco pubblico abbandona le colline della Stiria, John Watson, il giorno dopo, mantiene la promessa fatta a se stesso e ad alcuni amici: si fa tagliare la barba biondo-rossiccia che lo distingue da tutti gli altri, e da allora il suo volto rimarrà pulito.

La storia di John Watson parte dall’Irlanda del Nord, il padre era un ricco commerciante di motori di successo a Belfast. John ha poco interesse per gli studi, ma la passione dei motori nel sangue e non trova nessun ostacolo nella famiglia con il padre che sostiene i suoi sogni. Cresciuto tra motori e auto, la passione e la voglia di mettersi al volante si sono evoluti in modo naturale e spontaneo, così come il suo talento e questo l’ha aiutato a scalare la vetta della notorietà con facilità.

A 18 anni è al volante della sua Austin Sprite con un 4 cilindri prelevato da una F. Junior, piede a tavoletta e prima vittoria a Kirkistown. Le corse irlandesi sono il suo regno, ma le ruote coperte non gli bastano più è affascinato dalle monoposto. Prima una Lotus, poi entra nell’abitacolo della Brabham-Honda di F2, ex vettura ufficiale con i 4 cilindri di 1.000 cc utilizzata da “Black Jack” e vince a mani basse il titolo irlandese.

John va forte, sempre più fame di velocità, potenza, gare e vittorie. L’Irlanda gli sta stretta, bisogna andare a Londra per confrontarsi con i migliori piloti della sua epoca, per capire se ci sono velocità e doti sufficienti per arrivare in alto. L’avversario da battere è Tim Schenken, esperto delle gare sui circuiti attorno alla capitale ed alla fine del 1968 John riesce a mettere la sua monoposto davanti all’inglese. Watson è lanciato, con una Lotus 48 è al via nella prima gara del Campionato Europeo di F2 a Truxton. Partito in diciottesima posizione rimonta fino al quinto posto mettendosi dietro Rindt, Stewart, Beltoise e Pescarolo, ma al 29° giro vola fuori pista riducendo la Lotus ad un mucchio di rottami. Watson ha stoffa e coraggio ma a Rouen, in giugno, vola fuori pista per colpa di una gomma perse pressione. Gamba rotta e un chiodo in un braccio. tre mesi di gesso e una lunga rieducazione sono il risultato della stagione.

Watson è un duro irlandese, non molla, nel 1971 è nuovamente al via con una Chevron F2, ed a fine stagione lo nota Bernie Ecclestone. Con mister “E” che sta diventando il boss della Brabham, firma un contratto di tre per correre in Formula 2, con la promessa di portarlo in Formula 1. Il grintoso ed irruente irlandese corre anche a Daytona con Mike Hailwood, e nel 1972 è nell’abitacolo della nuova Brabham BT42 a Brands Hatch, nella Race of Champions. Si blocca il gas, Watson vola fuori pista con un nuovo stop di tre settimane per la frattura della gamba destra, ma mister “E” mantiene la promessa fatta e nel 1973 è al via nel GP di Gran Bretagna con una BT37, ed a Watkins Glen è nell’abitacolo della BT42. I primi punti mondiali arrivano a Montecarlo ’74 con la Brabham del Goldie Hexagon Racing.

Una stagione senza gloria con il Team Surtees ed infine la Penske nel 1976, con il primo successo a Zeltweg.. Intanto la Brabham sta diventando un team di punta nel mondiale, Ecclestone si accorda con Carlo Chiti per avere il 12 cilindri boxer dell’Alfa Romeo e John Watson ritorna nell’abitacolo della monoposto di mister E. La velocità di John Watson diventa nota nell’ambiente, l’irlandese è visto come un pilota grintoso, in alcuni momenti forse anche troppo irruente, esuberante lottatore, ma in alcune occasione la eccessiva goliardia lo porta a sprecare risultati importanti. Due anni, compagno di Team di Hans Stuck e Niki Lauda, nel 1977 l’irlandese corre solo cinque delle 17 gare causa problemi alla macchina, incidenti e una squalifica, ma nel 1978 arrivano tre podi ed il sesto posto in campionato.

Via dalla Brabham, nel 1979 Watson si trasferisce alla Marlboro McLaren Team. Ron Dennis, nuovo proprietario, sta riorganizzando la squadra, arriva John Barnard, i soldi dello sponsor tabaccaio, e la seconda vittoria mondiale per l’Irlandese. Stagione 1981, al Gran Premio di Gran Bretagna a Silverstone JohnWatson è al volante della avveniristica McLaren MP4 con la monoscocca in fibra di carbonio progettata da John Barnard. Le Renault occupano le prime posizioni, ma i turbo cedono ed al 61° giro la McLaren di Watson prende la testa della gara e va a vincere. È la prima vittoria della nuova McLaren di Ron Dennis, ed anche il primo successo di una vettura in carbonio, una soluzione tecnica vista scetticamente dagli altri costruttori, ma la riprova della validità arriva proprio con Watson a Monza. Sul tracciato brianzolo Watson perde il controllo della monoposto all’uscita di Lesmo. Lo schianto è impressionante contro le barriere, la Mc si rompe in due tronconi ma Watson esce illeso dall’abitacolo rimasto integro che gli ha salvato la vita. Da allora tutti gli altri costruttori hanno capito l’importanza della nuova tecnologia.

Il 1982 è la stagione di John Watson dove lotta per il titolo mondiale con Keke Rosberg. Il coriaceo irlandese si distingue per due vittorie: a Detroit 1982, 17° sulla griglia di partenza fino al gradino più alto del podio. Long Beach 1983, gara analoga partendo dal 22° posto in griglia. Alla fine del 1983 lascia le monoposto, a parte una breve parentesi a Brand Hatch 1983 per la sostituzione dell’infortunato Lauda.

Dopo 152 Gran Premi con 5 vittorie e 20 podi, Watson continua a correre con le ruote coperte e nel 1984 vince la 1000 km del Fuji con Stefan Bellof. È 2° nel Campionato Mondiale Sportcar del 1987, al fianco di Jan Lammers per il Team Jaguar Silk Cut su Jaguar XJR-8, con tre vittorie assolute a Jarama, Monza e Fuji. In sette partecipazioni alla 24 Ore di Le Mans non riesce a concretizzare un risultato di rilievo e finisce la carriera agonistica nel 1990 con la Toyota 89C-V.

John Watson, pur non avendo forse tutte le qualità del gran campione è rimasto una icona degli anni ’70 ed ’80. E’ stato sicuramente un pilota coraggioso e deciso, abilissimo sui toboga cittadini, un personaggio che sotto l’apparente distacco dei suoi gesti e dei suoi discorsi nascondeva una forte determinazione. Quando la macchina lo permette John è sempre stato nelle prime posizioni ed un vero mastino nei duelli, Watson non era uno che si tirava indietro.

La sua vita non è stata semplice, dopo la morte di Ronnie Peterson ha una lunga e dichiarata relazione con Barbro, la moglie del pilota svedese. Ma Barbro, in preda ad una crisi depressiva, viene rinvenuta morta suicida nel natale 1987 nel bagno della sua casa. Per un lungo periodo John rimane sconvolto, poi si ritira dalle corse ed apre una scuola di pilotaggio a Silverstone.

Ma il suo contributo al mondo degli sport motoristici continua diventando un noto commentatore televisivo. Inizia con Eurosport fino al 1996, dal 1997 lavora per ESPN e poi nel 1998 passa alla BBC come commentatore del BTCC. Il suo primo lavoro su Sky Sports è quello di commentatore delle gare della stagione di F1 2002, ma è durato solo una stagione. Dopo qualche tempo, è tornato alla BBC, a Sky Sports e ad altre emittenti e si diverte anche al volante di vetture storiche in manifestazione d’epoca.

John "Wattie" Watson rimane un grande testimone di un’epoca lontana rimane uno dei pochi piloti diventato famoso non solo per la sua carriera nelle corse, ma anche per il suo contributo al mondo televisivo.

- foto di Raul Zacchè-Actualfoto










lunedì 3 maggio 2021

Campionato Italiano Regolarità Auto Storiche/ Andrea Vesco su Fiat 508S conquista la Targa AC Bologna. Buon debutto per la Scuderia Castellotti

Foto Roberto Deias per Aci Sport

Vittoria di Andrea Vesco su FIAT 508S del 1937 nella nona edizione di Targa AC Bologna, quinta gara del CIREAS, Campionato Italiano Regolarità auto storiche di Acisport. Secondo classificato l’equipaggio Salvinelli - Salvinelli su Fiat 1100/103 mentre il terzo gradino del podio è andato all'equipaggio Turelli- Turelli su FIAT 110/103. A Barcella-Ghidotti e Miatto-Farsura al quarto e quinto posto assoluto.
Il trofeo per il miglior equipaggio femminile è andato alla coppia Gabriella Scarioni – Ornella Pietropaolo su Austin Mini HLE mentre per la categoria Under 30 i vincitori sono stati Nicola Barcella e Edoardo Pastremoli su Autobianchi 112 Abarth.
Come lo scorso anno, la tappa bolognese del CIREAS è stata conquistata dal Classic Team, cui è andato il trofeo per la miglior scuderia.
120 sono state le vetture che hanno preso il via domenica mattina da quello che negli anni si è guadagnato il titolo di Quartier generale di Targa AC Bologna, l’Admiral Park Hotel di Zola Predosa (Bo), e con soli 3 ritiri è stato tagliato il traguardo dopo gli oltre 180 chilometri del percorso sull'appennino bolognese con 65 prove cronometrate apprezzate per grado di difficoltà tecnica, che hanno saputo mettere alla prova sia driver che auto.
Il percorso di gara ha attraversato in gran parte il territorio di Valsamoggia, attraverso la località di Monteveglio, le colline di Castello di Serravalle, Savigno, prima di addentrarsi nel territorio di Zocca, nella provincia di Modena, paese che ha dato i natali e dove vive il mitico rocker Vasco Rossi.
Nel pomeriggio, dopo il ristoro post prandiale, i concorrenti hanno affrontato il terzo settore di gara percorrendo buona parte della strada all'inverso, fino al traguardo finale all'Admiral Park Hotel che ha ospitato le premiazioni.

Al traguardo anche i quattro equipaggi della Scuderia Castellotti. Il miglior piazzamento è quello ottenuto da Roberto e Andrea Paradisi (nella foto a destra) che hanno portato la loro Fiat 127 L al 26° posto della classifica assoluta e al terzo posto di raggruppamento e tra gli under 30, mentre Giovanni Pietro Guatelli su Autobianchi Y10 GT con Francesco Giammarino nel ruolo di navigatore ha concluso in 46a posizione e sul podio di raggruppamento. 
Seguono Luigi Cantarini e Marco Rossi su Autobianchi Y10 e Diego Garilli e Romeo Macellari su Autobianchi A112 Abarth 70hp.
Da segnalare, infine, che la Scuderia Castellotti ha concluso in zona punti nella classifica riservata alle squadre. Si tratta del primo piazzamento dopo il rilascio della licenza da parte di Acisport.


GRUPPO PERONI RACE: PARTE DA IMOLA LA COPPA ITALIA GT CLUB


Roma, 3 maggio 2021. Tutto pronto per il primo atto della Coppa Italia GT Club nel weekend dell’8-9 maggio sull’asfalto dell’Autodromo “Enzo e Dino Ferrari” di Imola. Il campionato targato Gruppo Peroni Race, ora dedicato ai piloti gentleman, conta 14 vetture sulla griglia di partenza.
Lucio Gioffré (CLG Bloise Motorsport) è pronto all’assalto della Coppa Italia GT Club con la sua Lamborghini Huracan ST Evo. Altre due vetture della casa di Sant’Agata Bolognese uniranno allo schieramento: si tratta delle due Huracan GT3 di Bruno Jarach e del Gass Racing Team con il duo Battaglin-Piatesi. Presenti sul circuito del Santerno anche le tre Ferrari 458 Challenge di Roberto Sestini, Stefano Inama e Salvatore Malizia.
Grande bagarre marchiata Porsche, con ben cinque vetture del marchio tedesco, a partire dalla 997 Cup di Walo Bertschinger e Dario Tosolini, proseguendo con le due 991 Cup 3.8 del Team Piloti Forlivesi con Nicola Sarcinelli e Alessandro Mazzolini. In gara anche il rientrante Riccardo De Bellis su Porsche 991 Cup 3.8 e la Porsche Cayman 718 di Bellspeed con “Gioga” e “Boga”.
Non manca il marchio Lotus con la Exige di Andrea Doni, così come Ligier con la JS2 R del team toscano Granducato Corse, in pista con Paolo Frullini e Marco Palandri.

Per entrambe le gare è prevista la diretta televisiva su MS Motor TV (Canale 813 di Sky) e il live streaming Facebook e YouTube sui canali ufficiali del Gruppo Peroni Race. Le qualifiche di 15’+5’+15’ scatteranno sabato 8 maggio alle 11.30, la prima manche da 25 minuti si svolgerà nel pomeriggio alle 17.00, mentre il via di Gara-2 è programmato per le 17.25 di domenica. 

Nella foto, la Lamborghini di Gass Racing Team


MotoGP/ Jerez nel segno Ducati: vittoria di Miller davanti a Bagnaia, leader del Mondiale.


di Diego Onida

> 3 Maggio 2021 - Sembrava, alla vigilia, una gara destinata a diventare facile preda per la Yamaha e invece ieri in terra andalusa a conquistare i primi due gradini del podio è stata la Ducati. E che Ducati, con Jack Miller e Francesco Bagnaia primo e secondo sul podio. 
«Credo di essere la persona più felice del mondo in questo momento: Jerez è sempre stata una pista storicamente difficile per Ducati ed essere riusciti a chiudere al primo e secondo posto è molto importante per noi, soprattutto dal punto di vista tecnico – dice Luigi Dall’Igna, direttore generale Ducati Corse – Entrambi i piloti hanno disputato una gara eccezionale e sono stati bravissimi. Hanno saputo condurre una prova matura: Jack ha mantenuto un ottimo ritmo ed ha gestito la sua gara alla perfezione e Pecco, che all’inizio di questo fine settimana aveva faticato un po’, è riuscito a fare una bellissima gara chiudendo al secondo posto e ora è in testa al mondiale. Complimenti a entrambi, alla squadra e a tutta Ducati Corse». 

Dopo il successo ottenuto da Loris Capirossi nel 2006, la squadra di Borgo Panigale torna così alla vittoria ed il secondo posto consente ad un raggiante Bagnaia, di conquistare seppur di soli due punti, la provvisoria testa del mondiale: «Questo risultato è davvero incredibile e spero che potremo continuare così anche nelle prossime gare che si disputeranno su piste più favorevoli – dice l’italiano – All’inizio del fine settimana ero un po’ in difficoltà ma, grazie al grande lavoro fatto insieme alla mia squadra, in gara mi sono sentito davvero a mio agio. Ho iniziato a spingere solo dopo i primi quattro giri per non stressare troppo la gomma posteriore: il mio ritmo era buono e mi ha permesso di recuperare sugli avversari e sorpassarli. Alla fine stavo anche avvicinandomi a Jack, ma a due giri dal termine ho preferito difendere il secondo posto e non prendere rischi inutili». 

Secondo successo in MotoGP invece per il pilota australiano. Dopo aver preso la testa della gara al via per cederla a Quartararo al quarto passaggio, l’alfiere Ducati è riuscito a riprendersela definitivamente a dieci giri dalla fine, grazie anche ad un calo di prestazione del pilota francese: «Quando ho visto Quartararo in difficoltà, ho pensato che era il momento di passare al comando, anche se non ero sicuro di riuscire a restare in testa per così tanti giri. Alla fine però ce l’ho fatta e ho vinto la mia prima gara con Ducati» ha detto il pilota numero 43. 

A completare il podio, un ottimo Franco Morbidelli (Petronas Yamaha SRT) che grazie a forza e determinazione, è riuscito a ribaltare il pronostico della vigilia, ottenendo un risultato che lo ripaga di un inizio di stagione avaro di soddisfazioni: «È stato un fine settimana fantastico – dice il romano – Abbiamo lavorato tanto e dopo le modifiche effettuate nel warm up, ho acquisito una maggior fiducia e mantenendo la giusta concentrazione sono riuscito a salire sul podio. Mi sto godendo molto questo momento e spero che continui nelle prossime gare». 

Niente da fare invece per il suo compagno. Valentino è apparso ancora in affanno e ha concluso la gara al 17° posto, alle spalle del fratello Luca, distanziato di oltre 22 secondi dal vincitore. Aria di delusione all’interno del box Yamaha. Non lo nasconde Massimo Meregalli, team manager che riassume così la prestazione: «Oggi abbiamo avuto una gara difficile e deludente. Fabio ha avuto molto dolore al braccio destro, un vero peccato. È successo all'improvviso mentre era in testa alla gara con 1.4 secondi di vantaggio e il ritmo per vincere. Era completamente soddisfatto della moto e stava andando verso la vittoria. Maverick ha corso una gara regolare, ma a sofferto per la sua posizione di partenza (settimo tempo, terza fila, ndr) È importante partire davanti, soprattutto con i tempi sul giro così ravvicinati e purtroppo non siamo riusciti a far girare la moto come lui voleva. Nel complesso, questi non erano i risultati che avevamo previsto, ma la forma di Fabio nella prima metà di gara mostra che abbiamo un grande potenziale». 

Per il francese quindi, nessun problema di gomme come si era ipotizzato all’inizio, ma un 13° posto finale dovuto ad un problema fisico, nello specifico sindrome compartimentale al braccio. In pratica un dolore che nasce dall’ingrossamento del muscolo dell’avambraccio fino ad esercitare una pressione tale sulle fasce che lo ricoprono, che il braccio si indolenzisce e perde sensibilità. A spiegarlo è lo stesso francese: «Il problema è stato chiaro. Per circa dieci giri sono riuscito a contenere Miller per un secondo, ma poi improvvisamente non ho più sentito il braccio destro. Eravamo in un'ottima posizione per vincere qui. Avrei potuto anche andare un po' più veloce. Il nostro punto di forza, guidare con la gomma usata non è stato necessario, perché non avevo più potenza nel braccio. Il prossimo gran premio è quello di casa ed è importante per me essere in perfetta forma su quella pista». Tutti le principali squadre, svolgeranno oggi sempre sul circuito Ángel Nieto una giornata di test ufficiali IRTA mentre la prossima gara è in calendario sul circuito francese di Le Mans dal 14 al 16 maggio.

Classifica piloti

1 Francesco Bagnaia (ITA) pt.66
2 Fabio Quartararo (FRA) pt.64
3 Maverick Viñales (SPA) pt.50
4 Joan Mir (SPA) pt.49
5 Johann Zarco (FRA) pt.48
6 Jack Miller (AUS) pt.39
7 Aleix Espargaro (SPA) pt.35
8 Franco Morbidelli (ITA) pt.33
9 Alex Rins (SPA) pt. 23
10 Brad Binder (RSA) pt.21

Classifica costruttori:

1 Yamaha pt.91
2 Ducati pt.85
3 Suzuki pt.53
4 Aprilia pt.35
5 Honda pt.33
5 Ktm pt.27

Classifica squadre:

1 Monster Energy Yamaha MotoGP pt.114
2 Ducati Lenovo Team pt.105
3 Team Suzuki Ecstar pt.72
4 Pramac Racing pt.65
5 Repsol Honda Team pt.40
6 Petronas Yamaha SRT pt.37
7 Aprilia Racing Team Gresini pt.37
8 Red Bull Ktm Factory Racing pt.30

domenica 2 maggio 2021

Campionato Italiano GT Sprint a Monza / In gara-2 vittoria di Segù-Baruch (Mercedes AMG GT3)


> 2 Maggio 2021 - Sono Luca Segù e l’israeliano Bar Baruch (foto) i vincitori di gara-2 del 1° appuntamento 2021 del Campionato Italiano Gran Turismo Sprint disputato all’autodromo di Monza. L’equipaggio dell’Antonelli Motorsport, al volante della Mercedes AMG GT3, sono saliti sul gradino più alto del podio davanti ad Agostini-Ferrari (Audi R8 LMS-Audi Sport Italia) e Guidetti-De Luca (Honda NSX GT3-Nova Race). Dopo le prime due gare della stagione, la classifica assoluta vede al comando a pari punti Crestani, Greco, Agostini e Ferrari a quota 22. Nella GT4, dopo la vittoria in gara-1, Di Giusto-Babini (Porsche Cayman-Ebimotors) si sono imposti anche in gara-2 davanti ai compagni di squadra De Castro-Arrigosi e Neri-Fascicolo (BMW M4 GT4-Ceccato Racing Team) balzando al comando della classifica generale a punteggio pieno, mentre nella GT Cup Linossi-Vebster (Ferrari 488 Challenge-Easy Race) hanno preceduto Dionisio-Barri (Lamborghini Huracan-Team Italy), salendo al comando della classifica generale con 27 punti davanti a Pijl e Vairani (24).


GT3: Vittoria ampiamente meritata quella dell’equipaggio dell’Antonelli Motorsport, assoluta e di categoria GT3 PRO-AM, costruita sin dalle prove ufficiali che avevano visto Segù conquistare la pole. Il primo stint del pilota comasco è stato impeccabile, sempre al comando e bravo a gestire la ripartenza dopo l’uscita della safety car resasi necessaria nei primi giri per l’incolpevole uscita di Zug (BMW M6 GT3), toccato da un altro concorrente. Altrettanto efficace è stato Baruch nel secondo stint che, sfruttando bene i duelli che si sono accesi alle sue spalle, non ha avuto problemi a portare la sua Mercedes AMG per prima sotto alla bandiera a scacchi, riscattando, così, una sfortunata gara-1 che aveva visto l’equipaggio dell’Antonelli Motorsport incolpevolmente fuori per un contatto.
Bellissimo il duello per le altre due posizioni del podio con Agostini (Audi R8 LMS), secondo sul traguardo, che nel finale ha avuto il suo bel da fare per contenere la Honda NSX di Guidetti. Dopo l’ottimo primo stint di Ferrari, il pilota padovano ha difeso con i denti la seconda piazza che in più occasioni il giovane portacolori del team varesino, subentrato a De Luca, ha tentato di conquistare. Tuttavia il terzo posto è un ottimo inizio di stagione per l’equipaggio Nova Race, un risultato che poteva essere ancora maggiore senza la sfortuna di gara-1, ma che lo pone tra i favoriti per la vittoria finale.
Al quarto posto hanno concluso Frassineti-Ghiotto (Lamborghini Huracan-Imperiale Racing), con un bellissimo finale del pilota romano abile ad inserirsi nella lotta per il podio, davanti a Mancinelli-Postiglione (Audi R8 LMS), autori di una grande rimonta dalla 15^ posizione di partenza. Alle spalle dei portacolori di Audi Sport Italia si sono classificati Perolini-Cecotto (Lamborghini Huracan), secondi della GT3 PRO-AM, con un ottimo stint del giovane pilota venezuelano concluso al secondo posto ed una sfortunata fase finale di gara che ha visto Perolini penalizzato da un contatto da parte di Hudspeth. L’equipaggio del team LP Racing ha preceduto la vettura gemella dell’Imperiale Racing di Llarena-Cazzaniga e le tre Ferrari 488 Evo di Mann S.-Vilander (AF Corse), dei vincitori di gara-1, Greco-Crestani (Easy Race) e di Lippi-Filippi (Ram Autoracing). Undicesimo assoluto e primo della GT3 AM si è classificato Erwin Zanotti al volante della Honda NSX GT3 della Nova Race.

GT4: E’ stato un week end fantastico per Mattia Di Giusto e Fabio Babini (Porsche Cayman). Dopo la vittoria in gara-1, i portacolori dell’Ebimotors si sono imposti anche in gara-2 ancora una volta davanti ai compagni di squadra De Castro-Arrigosi. Questi ultimi hanno disputato una bella gara, con Arrigosi che ha mantenuto sempre la leadership nel primo stint davanti a Di Giusto, ma nel finale il suo coequipier non è riuscito a contenere la rimonta di Babini, mentre in terza piazza hanno concluso Ferri-Gagliardini (Mercedes AMG GT4-Nova Race) davanti a Romani-Carboni (Porsche Cayman-Autorlando). Nella AM, invece, la vittoria è andata a Neri-Fascicolo (BMW M4 GT4-Ceccato Racing Team), terzi assoluti (foto), davanti a Magnoni-Di Fabio (Mercedes AMG GT4-Nova Race) e ai vincitori di gara-1, Cerati-Ghezzi (Porsche Cayman-Autorlando). La classifica generale vede al comando a pari punti (32) Neri,Fascicolo, Cerati e Ghezzi.


GT CUP: Assegnata nel post gara la vittoria della classe GT Cup che in pista aveva visto la vittoria di Pijl-Vairani (Lamborghjini Huracan ST). L’equipaggio del Bonaldi Motorsport, infatti, dopo una gara tutta in rimonta, è stato penalizzato per cambio pilota irregolare retrocedendo al settimo posto, lasciando il gradino più alto del podio a Francesca Linossi e Daniel Vebster (foto) con la Ferrari 488 Challenge. L’equipaggio Easy Race ha preceduto le due Lamborghini Huracan ST di Dioniso-Barri (Team Italy) e di Pegoraro-Mugelli (Best Lap), mentre ai piedi del podio ha chiuso Alessandro Giardelli con la Porsche GT3 Cup del Dinamic Motorsport. Al quinto posto si sono classificati Demarchi-Risitano (Ferrari 488 Challenge-SR&R) davanti a Tempesta-Iacone, messisi in evidenza per il primo posto di classe del pilota abruzzese nel primo stint.

Il prossimo appuntamento del Campionato Italiano Gran Turismo sarà a Pergusa dal 21 al 23 maggio per la prima prova della serie Endurance.


> Foto Diego Onida

La pioggia mette alla prova i piloti nell’ACI Racing Weekend di Monza


Il primo fine settima di gara targato ACI Sport all’Autodromo Nazionale Monza ha riservato molte sorprese agli appassionati che lo hanno potuto seguire da casa con le dirette TV e streaming. I tre giorni appena conclusi si sono infatti svolti a porte chiuse per il rispetto della normativa Covid-19. Le gare sono state quattordici con una interruzione nel pomeriggio di sabato quando l’impraticabilità della pista dovuta alle condizioni atmosferiche avverse, ha costretto gli organizzatori a riprogrammare domenica mattina la seconda parte di gara-1 del Campionato Italiano GT Sprint.

Un appuntamento dunque da ricordare per la prima del Campionato Italiano Gran Turismo Sprint. Le trentatrè vetture partite sabato hanno dovuto attendere il giorno successivo per conoscere il risultato di gara-1. Sabato la pioggia intensa, caduta per gran parte del giorno, impedisce infatti il proseguimento della competizione iniziata da soli quattro giri e dietro safety car. La Direzione Gara decide per la sospensione e rimanda la rimanente parte della gara al giorno successivo.

Ad uscirne vincitori, sommando i tempi delle due prove, sono Matteo Greco e Fabrizio Crestani con la Ferrari 488 Evo di Easy Race. La vettura del Cavallino ha distanziato di 21 secondi la Audi R8 LMS (Audi Sport Italia) di Daniel Mancinelli e Vito Postiglione. Imperiale Racing conquista invece il terzo posto con la Huracan di Alex Frassineti e Luca Ghiotto. I cinquanta minuti di gara-2 senza wet track sanciscono invece il domino di Luca Segù e Baruch Bar su Mercedes AMG. La coppia di AKM Motorsport ha battuto sulla pista monzese l’Audi R8 LMS di Riccardo Agostini e Lorenzo Ferrari (Audi Sport Italia) e la Honda NSX di Jacopo Guidetti e Francesco De Luca (Nova Race).

Campioni sull’asciutto e sul bagnato. Le due gare del TCR Italy – Touring Car Championship hanno podi identici ma condizioni meteo del tutto opposte. Sabato la prova si svolge sotto una pioggia incessante mentre gara-2 è caratterizzata da sole e pista asciutta. Salvatore Tavano su Cupra Leon (Girasole) vince entrambe le gare del weekend, battendo Eric Brigliadori su Audi Rs3 LMS (BF Motorsport) e Kevin Ceccon su Hyundai i30 N TCR (Aggressive Team).

La gara-1 del Campionato Italiano Sport Prototipi vede i primi due posti contesi tra i cugini Pollini. Ha la meglio Giacomo che termina sabato a 0.158 da Matteo. Danny Molinaro taglia il traguardo per terzo. Domenica va meglio al pilota cosentino che stacca Giacomo Pollini di poco meno di un secondo, portando la vittoria in casa DM Racing. Lo spagnolo Ruiz Fidel Castillo della Marchetti by Emotion termina invece in terza posizione.

I francesi sbaragliano gli italiani nella prima gara della Clio Cup Europe. Il podio è composto da David Pouget (GPA Racing) e dai compagni di squadra Anthony Jurado e Nicolas Milan della Milan Competition. Nella prova di domenica sventola la bandiera italiana grazie a Gabriele Torelli (Faro Racing) che stacca di 0.247 Pouget, al secondo posto. Terza posizione a chiusura di gara-2 per Jurado.


Doppietta in classe Pro dell’AC Racing Technology nella prima gara del campionato Mini Challenge a Monza. Ugo Bagnasco è il vincitore infatti di gara-1, seguito dal compagno di squadra Luca Attianese. Chiude il podio Stefano Bianconi (Auto Ikaro by Pro Motorsport). In gara-2 prevale Niccolò Mercatali di Mini Roma by Caal Racing, Attianese è di nuovo secondo e Andrea Palazzo terzo (Tullo Pezzo by Squadra Corse Angelo Caffi).

Nel round inaugurale del nuovo campionato BMW M2 CS Racing Cup Italy possono festeggiare Filippo Maria Zanin (Pro Motorsport BMW Milano) e Gustavo Sandrucci (Progetto E20 by L’Automobile). Sono infatti rispettivamente i vincitori della prima e della seconda gara. Zanin ha condiviso il podio con l’ex pilota di Formula 1 Vitantonio Liuzzi e Alessandro Brigatti (A-Sport & Progetto E20 Cascioli Group). In gara-2 sono secondo e terzo Luigi Ferrara (V-Action by Nanni Nember) e Leonardo Moncini (V-Action by Effe Group).

Super prestazione di Bernardo Pellegrini nelle due gare della Topjet FX2000-FX2. Il pilota del team HT Powertrain si è sempre classificato al primo posto con la sua Dallara F3. Nella gara-1 di sabato salgono insieme a lui sul podio Renato Papaleo (One Management) e Sandro Zeller (Jo Zeller Racing). In gara-2 arriva secondo Francesco Simonazzi (BVM Racing) e terzo Andrea Benalli (Puresport).


I servizi sul primo ACI Racing Weekend realizzati da giornalisti e redattori potranno partecipare al Premio Bruno Brida Monza, alla memoria del direttore della rivista Paddock. Maggiori informazioni sul concorso sono disponibili sul sito www.monzanet.it

Il prossimo weekend di gara nel Tempio della Velocità sarà dal 28 al 30 maggio con i campionati del promoter romano Peroni. I dettagli sono sul sito ufficiale del circuito o su gruppoperonirace.it. (d.c.) 

CREDITI FOTO: CLAUDIO PEZZOLI-NEW REPORTER PRESS; DIEGO ONIDA.