Questo aprile ricorrono i 50 anni dal giorno in cui Joginder Singh e suo fratello Jaswant tagliarono per primi il traguardo del Safari Rally a bordo della Volvo PV544. La notizia della vittoria conseguita dalla Volvo in uno dei rally più difficili al mondo fece il giro dei cinque continenti.
All’inizio degli anni ’60, furono numerosi i successi ottenuti da Volvo nell’ambito degli sport motoristici a livello internazionale. La sua partecipazione agli eventi e le vittorie conseguite in alcuni di essi fecero un’ottima pubblicità al marchio Volvo, soprattutto negli Stati Uniti. La ‘gobbuta’ Volvo PV544 si guadagnò la reputazione di vettura robusta e sportiva.
Già nel 1959 Volvo aveva creato al suo interno una ‘divisione gare’ e nel 1960 Gunnar Andersson vinse il Gran Premio de Argentina, il rally di resistenza di 4620 km, a bordo di una PV544 con motore B16. Nel 1961, Gunnar Andersson venne incaricato della direzione della divisione gare di Volvo, ma continuò comunque a partecipare ai rally come pilota. Andersson ingaggiò diversi piloti di talento, fra cui CarlMagnus Skogh, Tom Trana e Ewy Rosqvist.
Volvo investì molto nel Safari Rally del 1964. La sua divisione gare inviò ben quattro Volvo PV544 bianche in Kenya, lo stato da cui partiva il rally. Le vetture destinate al Safari erano alimentate da un motore B18 da 130 CV messo a punto appositamente per la gara e dotate di sospensioni anteriori rinforzate con ammortizzatori Bilstein a doppio tubo e freni a disco anteriori, di due serbatoi per il carburante e di pannelli di protezione sotto il motore, il cambio e i serbatoi. A causa di uno sciopero, la consegna delle auto venne ritardata di molto e il team riuscì a presentarsi alla partenza all’ultimo minuto e senza avere avuto il tempo di fare delle prove. Il Safari Rally è noto per essere uno dei più difficili al mondo e quell’anno le condizioni in cui si svolse la competizione si rivelarono più dure che mai. Delle 94 auto presenti alla partenza, solo 21 arrivarono al traguardo. Carl Magnus Skogh fu l’unico pilota di Volvo che riuscì a portare a termine il rally di cinque giorni, sebbene non nei tempi previsti dal regolamento. Per questo non arrivò a figurare nella classifica finale.
La vettura di Tom Trana fu lasciata in Kenya presso l’importatore Amazon Motors. Joginder Singh, l’esperto pilota kenyota che aveva partecipato già diverse volte al Safari Rally, cominciò a interessarsi a Volvo. Infatti, prese a prestito una PV544 da Amazon Motors nel 1964 per partecipare a competizioni minori in Africa. Sfruttando le sue conoscenze ingegneristiche, dopo ogni rally Singh modificò la PV migliorandone le prestazioni da competizione e adattandola ulteriormente alle condizioni africane.
Cinque mesi prima del tredicesimo Safari Rally, nell’aprile del 1965, Joginder Singh concluse un accordo con la Amazon Motors per il noleggio con diritto di riscatto della PV544 che Tom Trana aveva guidato l’anno precedente.
L’auto incidentata che aveva già gareggiato per due stagioni venne riparata e poi attentamente collaudata da Joginder e dal suo copilota, e fratello, Jaswant.
Sebbene i fratelli Singh avessero riscosso molti successi in precedenti edizioni del Safari Rally, alla guida di altri marchi di automobili, nessuno pensava che i due fratelli sikh con i loro turbanti avessero molte chance questa volta. La gara si era rivelata un fallimento per Volvo l’anno precedente e stavolta c’era una forte concorrenza da parte delle scuderie di altre Case automobilistiche importanti.
A Joginder e Jaswant capitò il numero 1 nella successione di partenza, un numero che in passato era sempre stato considerato sfortunato nel Safari Rally, ma che quell’anno si rivelò indubbiamente propizio. Nella prima parte del rally, il fondo era secco e, alla testa del gruppo, Singh ebbe il vantaggio di un’ottima visibilità dato che non c’era nessuno che sollevava polvere davanti a lui. Nella seconda parte, il fondo era bagnato e fangoso e le strade si trasformarono presto in piste scivolose e piene di solchi. Ma la Volvo restava in testa e i fratelli dimostrarono di avere una tecnica speciale per uscire dai pantani di fango. Sul retro della vettura erano infatti state applicate due staffe e, mentre Joginder rimaneva al volante impegnandosi al meglio per garantire la presa degli stretti pneumatici posteriori, Jaswant saliva in piedi sul paraurti posteriore e faceva oscillare da una parte all’altra l’auto per aumentare La gara si era rivelata un fallimento per Volvo l’anno precedente e stavolta c’era una forte concorrenza da parte delle scuderie di altre Case automobilistiche importanti.
A Joginder e Jaswant capitò il numero 1 nella successione di partenza, un numero che in passato era sempre stato considerato sfortunato nel Safari Rally, ma che quell’anno si rivelò indubbiamente propizio. Nella prima parte del rally, il fondo era secco e, alla testa del gruppo, Singh ebbe il vantaggio di un’ottima visibilità dato che non c’era nessuno che sollevava polvere davanti a lui. Nella seconda parte, il fondo era bagnato e fangoso e le strade si trasformarono presto in piste scivolose e piene di solchi. Ma la Volvo restava in testa e i fratelli dimostrarono di avere una tecnica speciale per uscire dai pantani di fango. Sul retro della vettura erano infatti state applicate due staffe e, mentre Joginder rimaneva al volante impegnandosi al meglio per garantire la presa degli stretti pneumatici posteriori, Jaswant saliva in piedi sul paraurti posteriore e faceva oscillare da una parte all’altra l’auto per aumentare la pressione sulle ruote motrici, fungendo da sistema per il controllo della trazione vivente!
Il pubblico impazzì quando vide i fratelli Singh tagliare il traguardo a Nairobi al quinto giorno del Safari Rally. I due piloti inoltre vinsero con il miglior margine mai registrato nella storia della gara. Il secondo posto fu conquistato da Ian Jaffray, che raggiunse la linea del traguardo ben un’ora e 40 minuti dopo. Da allora, Joginder è stato soprannominato “il sikh volante”.
Dopo la gara, Amazon Motors annullò il contratto di noleggio con riscatto e regalò l’auto a Joginder Singh. L’auto vincitrice di quel rally, che ancora appartiene alla famiglia Singh, è stata rimessa a nuovo ed è oggi esposta al Museo Volvo di Goteborg, in Svezia.
Joginder Singh ha poi continuato la sua carriera nel mondo dei rally, guidando numerosi modelli Volvo per diversi anni. Ha vinto il Safari Rally altre due volte e ha portato a termine anche il Rally di Svezia, sebbene non con lo stesso successo. In tutte le interviste da lui concesse, ha sempre affermato di considerare la Volvo PV il suo modello preferito. Joginder Singh è morto a Londra nel 2013 all’età di 81 anni.