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lunedì 11 novembre 2024

Vittorio Brambilla, 20 foto di Franco Bossi


Vittorio Brambilla 

Monza, 11 novembre 1937 
Lesmo, 26 maggio 2001

20 foto di ©Franco Bossi

Riproduzione riservata



















domenica 1 settembre 2024

Monza ricorda Vittorio Brambilla

Cinquant’anni fa Vittorio Brambilla (1937-2001) correva il suo primo GP d’Italia. Per ricordare quel giorno il Sindaco di Monza, Paolo Pilotto, ha premiato con un piatto in ottone argentato, recante una dedica speciale e i simboli del Comune di Monza e dell’Autodromo Nazionale Monza, Roberto, il figlio dell’indimenticabile pilota monzese, che ha corso nel Campionato del Mondo dal 1974 al 1980, vincendo il GP d’Austria 1975. Alla cerimonia sono intervenuti anche il presidente di Sias-Autodromo Nazionale Monza, Giuseppe Redaelli, il consigliere di amministrazione di Sias, Alberto Dossi, che ha ricordato alcune gesta di Vittorio e Tino Brambilla.

“Questa è stata la celebrazione di un campione – ha spiegato il Sindaco di Monza -- ma anche di suo fratello, Tino, venuto su dal nulla. Questo dimostra che quando passione, impegno, volontà, dedizione si accompagnano alla competenza vera, si possono fare cose meravigliose. Questa terra, la Brianza, ne è un esempio”.

(Foto Franco Bossi da Archivio AMCorse)

martedì 13 febbraio 2024

MIGUEL ÁNGEL GUERRA A IMOLA CON LA MARCH BETA F1 PER IL DOCU-FILM SU VITTORIO BRAMBILLA E BETA MARCH TEAM


Il prossimo 1 Marzo il campione argentino Miguel Angel Guerra arriverà all’Autodromo di Imola, per rendere omaggio a Vittorio Brambilla attraverso il “Progetto Beta”. 

Migel Ángel Guerra sarà al volante della March Beta F1 numero 9 del 1976 per due giorni di riprese volte alla realizzazione del docufilm dedicato al pilota monzese e al Beta March Team.

 

“Voglio innanzitutto ringraziare l’amico Roberto Farneti per aver pensato e me e avermi invitato a prendere parte a questo ambizioso progetto di Beta in ricordo di Vittorio Brambilla. Sono entusiasta di tornare al volante della March Beta F1 761, una macchina straordinaria che ho già avuto modo di apprezzare in questi ultimi anni proprio in occasione dell’Historic Minardi Day a Imola, grazie alla disponibilità e generosità di Roberto” il commento di Miguel Ángel Guerra.



Nella foto da sinistra: Miguel Ángel Guerra, Gian Carlo Minardi, Roberto Farneti (Historic Minardi Day, Imola)

mercoledì 26 maggio 2021

Vittorio Brambilla, il re della pioggia


- di Massimo Campi
- foto di Raul Zacchè - Actualfoto

Vittorio Brambilla è scomparso il 26 maggio 2001, Zeltweg 1975 è stato il giorno della gloria. Uno come Vittorio Brambilla poteva venire al mondo solo a pochi passi dall’Autodromo di Monza, a pochi metri dal tempio della velocità e Vittorio la velocità l’aveva nel sangue, nel piede, con tanto cuore, quello che il 26 maggio 2001 l’ha tradito, come quando una biella si rompe in pieno rettilineo facendo ammutolire improvvisamente il motore. A Monza Vittorio era di casa, in quelle curve ha imparato il brivido ed il piacere delle velocità. Vittorio era un combattente, coriaceo, l’altra metà dei “Monza’s Gorilla” come erano stati soprannominati i due fratelli brianzoli, sempre pronti a difendere i loro diritti, dentro e fuori la pista, anche con modi poco ortodossi. Lui Vittorio, il più piccolo, l’altro Tino, il capo e l’esempio da seguire.

Vittorio ha sempre lottato, con vetture di secondo piano, sempre partendo dalle retrovie, ma sempre senza mai arrendersi. Sempre pronto a fare anche a sportellate con gli avversari, con monoposto problematiche e budget ristretti per svilupparle. Vittorio era comunque un grande protagonista di quel circo della velocità, me sempre pronto ad infiammare le tribune, a donare il guizzo dello spettacolo senza mai arrendersi. Vittorio sapeva domare anche motori, era nato nell’officina meccanica di famiglia, con il fratello Tino esempio da seguire. Una carriera partita dal basso “ho fatto di tutto, il meccanico, il pilota ed anche l’autista del camion per trasportare la macchina in circuito”.

Il lavoro, l’officina, la meccanica, è quello il credo dei Brambilla brothers, mischiato a suon di sfide con gli amici del “bar dei stupid”. La passione esplode con le moto. Il primo amore sulle orme del fratello, mentre Tino aveva già raddoppiato le ruote, sempre sullo sfondo di quel tracciato accanto a casa dove la velocità è sempre stata la padrona assoluta. Vittorio è il numero due della famiglia, lavora, corre ed attende il suo momento mentre Tino va forte, è un vincente anche con le quattro ruote dopo avere vinto con le due. Il Conte Agusta, Enzo Ferrari, si affidano a lui per i collaudi dei mezzi, ma anche per portarli alla vittoria. Tino vince con la F.3, con la F.2 conquista la prima vittoria con il sei cilindri Dino, quello ideato dal figlio del Drake, e per il capo di Maranello diventa un idolo, anche se il suo carattere ha sempre quella spigolosità del vecchio meccanico, “se gli mettiamo una manetta diventa un tram!” sentenzia durante un collaudo della Ferrari 512S, ed i generali di Maranello fanno di tutto per silurarlo.

Ma il tempo di Vittorio sulle quattro ruote è già arrivato, sale su una monoposto di F.3 lasciata libera dal Tino, e va subito forte. Nel 1972 è campione italiano alternandosi alla guida della Brabham-Ford e della Birel-Alfa, il telaio realizzato dai Brambilla nelle notti insonni. Poi la F.2. Anni fondamentali quelli per sviluppare anche doti di team manager, e la svolta arriva quando la Beta Utensili decide di sponsorizzare le vetture dei fratelli monzesi. Con lo sponsor arancio arriva anche la March 732-BMW e Vittorio diventa un brutto cliente per molti suoi avversari blasonati. Sale sul gradino più alto del podio in Austria ed in Francia sarebbe secondo a fine stagione dietro al pilota ufficiale March Jean Pierre Jarier, ma con gli scarti diventa quarto, un risultato prestigioso per un piccolo team privato composto da un pilota e da un solo meccanico di assistenza!
Vittorio è pronto al grande salto, la famiglia Ciceri crede in lui ed arriva nel 1974 la prima March di F.1 colorata arancio per il piccolo ma caparbio team brianzolo. È la realizzazione del grande sogno, sarà con le vetture di Bicester che Brambilla entrerà nella leggenda.

Tra gli specialisti della seconda fila, Vittorio è uno dei grandi maestri, davanti ci sono i team ufficiali con i campioni superstar e super pagati, ma lui è ben presto diventato il campione degli altri, di quelli che spesso partono da metà schieramento, e non mollano mai aspettando la loro grande occasione con monoposto scarsamente competitive, danzando sempre al limite, spremendo tutto quello che il mezzo può dare. Il suo grande talento emerge quando le condizioni diventavano problematiche, quando i puri cavalli non bastano per andare via davanti e distaccare tutti gli avversari, ma ci vuole classe, coraggio e tanto cuore per stare in pista e correre più forte degli altri. La prima stagione è tutta di assaggio, ma Brambilla sa distinguersi nella categoria degli altri e finisce a punti in Austria, ma sarà il 1975 la sua grande stagione.

Il suo mestiere è correre, spremendo tutti i cavalli del suo spompato V8 DFV, tenendo giù il piede quando gli altri lo cavano. Acqua e tempesta diventano le armi principali per emergere, per sfruttare la sensibilità del suo piede nelle condizioni limite e quelle condizioni particolari fanno esplodere prepotentemente la sua classe nel nubifragio di Zeltweg 1975 quando la sua March 751 vola sull’asfalto viscido.

La March 751 è una monoposto problematica, ma Brambilla diventa il suo massimo interprete. Fa la pole position in Svezia, a Zolder comanda il gruppo per alcuni giri fino a quando i freni, il grande punto debole di quella monoposto, esplodono definitivamente. Poi arriva l’Austria, è il 17 agosto 1975, nel warm up della mattina esce di pista la March del Team Penske di Mark Donohue con il pilota americano che entra in coma e dopo tre giorni perde la vita. È ora di partire, piove e fa freddo “ottimo!” - pensa Vittorio “ - i freni rimangono freschi, non si surriscaldano” e parte all’arrembaggio. La monoposto colore arancio parte dalla quarta fila ma al via sembra uno squalo. Vittorio è velocissimo, tutti cercano di nuotare nel diluvio lui lo domina, sembra che la sua March viaggi sull’asciutto e supera tutti fino al 29esimo giro quando il direttore di gara abbassa la bandiera a scacchi davanti alla monoposto arancio. Vittorio esulta, lascia il volante, la March parte in acquaplaning rovinando il muso, ma sul gradino più alto de podio c’è lui. È il coronamento del grande sogno, il giorno della grande gloria, l’eroe della classe operaia che conquista il paradiso.

Vittorio la gloria la ottiene anche con le ruote coperte, è pilota Alfa Romeo che conquista il mondiale sport prototipi nel 1977 con la 33 dell’Ing. Chiti. Poi di nuovo tanti piazzamenti in F.1 fino a quel triste giorno di Monza 1978, quando la Lotus di Peterson esplode davanti alla sua vettura ed una ruota centra il casco di Vittorio mandandolo in coma con il cranio rotto. Mesi per il recupero ed infine i collaudi della nuova Alfa Romeo di F.1, ma le ferite di quella Monza 1978 rimarranno anche cicatrici indelebili nella mente ed alla fine Vittorio annuncia il ritiro dalle competizioni nel 1980 per continuare a dedicarsi alla sua officina ed alla meccanica che tanto amava.

- foto di Raul Zacchè - Actualfoto







sabato 8 febbraio 2020

VITTORIO BRAMBILLA A MONZA IN 5 FOTO DI RAUL ZACCHE'

cliccare su una foto per aprire la galleria - riproduzione riservata







sabato 24 maggio 2014

ALL'AUTODROMO DI MONZA UN GIORNO PER VITTORIO BRAMBILLA. DA OGGI LA SUA CITTA' LO RICORDA ANCHE CON UN PIAZZALE ALL'INGRESSO DEL CIRCUITO

Il Sindaco di Monza Roberto Scanagatti all'inaugurazione
del piazzale dedicato a Vittorio Brambilla

Piazzale Vittorio Brambilla, da oggi, lo attraversa chi va all'Autodromo di Monza, al suo ingresso principale di Porta Vedano. 
Come richiesto da tempo anche attraverso una petizione online partita da Walter Pozzi, amico del pilota, e con un notevole riscontro a Monza, in Italia e all'estero. 

Da meccanico a protagonista in Formula 1, passando per altre discipline sportive, ma solo a motore, Vittorio Brambilla è un campione che gli appassionati conoscono bene. Memorabile la sua impresa a Zeltweg, nel Gran Premio d'Austria del 1975, con la vittoria sotto un vero e proprio diluvio. Un'impresa che è negli annali dell'automobilismo sportivo. L'unica vittoria in 74 Gran Premi disputati da Vittorio.

La Coppa della vittoria nel GP Austria 1975

Ma la giornata di oggi all'Autodromo di Monza è stata tutta per Vittorio Brambilla, pilota e personaggio da celebrare attraverso le sue auto e le sue moto, esposte nell'area dell'ex Museo. E le sue corse nelle immagini e nelle parole di piloti e di quanti l'hanno conosciuto. 
E non poteva mancare il Club Fiat 500 di Modica da tempo a lui dedicato. Con una delegazione e un incarto speciale del famoso cioccolato realizzato per questo "Vittorio Brambilla day". 

L'incarto speciale del Consorzio di Tutela
del Cioccolato di Modica
per il "Vittorio Brambilla day"
L'Associazione Vittorio Brambilla, che ha organizzato la manifestazione, ha presentato anche un progetto che prevede la realizzazione di un scultura da realizzare e installare nel Largo Vittorio Brambilla. Se possibile entro il prossimo Gran Premio d'Italia F1 di settembre. 
Il progetto coinvolgerà le scuole superiori artistiche di Monza e della provincia e il Liceo artistico di Modica.



Le foto sono di Giorgio Aroldi e Daniele Mattei