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giovedì 20 febbraio 2025

AF Corse con due Ferrari nel GT World Challenge Europe


AF Corse Francorchamps Motors prepara l’assalto al titolo assoluto del GT World Challenge Europe powered by AWS con una coppia di auto Pro pronte a sfidarsi nelle categorie Sprint ed Endurance.

La Ferrari #51 difenderà la corona piloti della Endurance Cup con i campioni in carica Alessandro Pier Guidi e Alessio Rovera entrambi confermati. Saranno affiancati da Vincent Abril, che lascia la vettura gemella dopo aver realizzato un'impressionante stagione 2024 per AF Corse.
La #51 gareggerà anche per il titolo Sprint Cup con Rovera e Abril. Sarà la prima volta dal 2016 che AF Corse schiera una vettura Pro nella serie short-format.

La Ferrari #50 con Arthur Leclerc parteciperà a tutte le gare del campionato, con Antonio Fuoco ed Eliseo Donno che si uniranno al giovane monegasco in Endurance. Il primo torna nella serie dopo un anno di assenza, mentre il secondo arriva da un debutto di successo nella Sprint Cup con AF Corse nel 2024. Thomas Neubauer sarà il partner di Leclerc in Sprint.

AF Corse ha vinto la corona Endurance Cup 2024 con Pier Guidi e Rovera, dando alla Ferrari 296 GT3 un grande risultato solo al suo secondo anno di competizione. A loro si è unito in quattro dei cinque eventi Davide Rigon, mentre Abril ha sostituito l'italiano a Monza.
Questo è stato il terzo titolo di Pier Guidi e ha contribuito in parte a allontanare il rammarico del team alla CrowdStrike 24 Hours of Spa. L'equipaggio Pier Guidi/Rovera/Rigon era sulla buona strada per una vittoria schiacciante prima di essere bloccato all'ultimo pit stop da un'auto in panne.

La stagione 2025 avrà inizio con il tradizionale Prologo al Circuit Paul Ricard il 10-11 marzo. La stessa sede ospiterà la gara di apertura della stagione Endurance Cup l'11-13 aprile, mentre il programma Sprint inizierà a Brands Hatch il 3-4 maggio.

Foto Claudio Pezzoli-New Reporter Press

F1 > La SF-25 prova a Fiorano

F1 / La Ferrari SF-25 in pista a Fiorano

Foto di @MAURIZIO RIGATO
riproduzione riservata














Foto di @MAURIZIO RIGATO
riproduzione riservata

venerdì 14 febbraio 2025

WEC / FERRARI, ECCO LA LIVREA 2025 DELLE 499P NUMERO 50 E 51



Maranello, 14 febbraio 2025 - Ferrari dà inizio ufficialmente alla terza stagione nella top class del FIA World Endurance Championship svelando la livrea delle 499P che saranno protagoniste nel 2025 con la squadra ufficiale Ferrari – AF Corse. Un abito, quello delle Le Mans Hypercar numero 50 e 51, che continua a omaggiare la storia, il blasone e i successi della Casa di Maranello, aggiornando al contempo gli stilemi che la 499P ha ereditato dalla 312 PB.

Sotto i riflettori nell’annata 2025 – nella quale Ferrari avrà l’obiettivo di provare a vincere i titoli iridati Costruttori e Piloti, e di confermarsi “regina” a Le Mans – i medesimi equipaggi delle scorse stagioni: Antonio Fuoco, Miguel Molina e Nicklas Nielsen condivideranno la vettura numero 50, mentre sulla 51 vi saranno Alessandro Pier Guidi, James Calado e Antonio Giovinazzi. La 499P affidata ai sei piloti avrà la medesima configurazione, da un punto di vista tecnico, della vettura utilizzata nella seconda parte della precedente stagione. Il primo atto del campionato è in programma venerdì 28 febbraio in Qatar.

La livrea. Pur nel segno della continuità sono evidenti gli elementi che rendono immediatamente riconoscibile la 499P edizione 2025. Il filo conduttore è rappresentato dal colore prevalente della carrozzeria, il rosso sinonimo nel mondo della Casa di Maranello, coniugato al Giallo Modena in uno schema cromatico già parte dell’immaginario collettivo grazie alle due vittorie consecutive alla 24 Ore di Le Mans.

La 499P che debutterà in gara in Qatar il prossimo 28 febbraio richiama così il passato recente e, al contempo, continua a celebrare la propria antesignana, la 312 PB che rappresentò l’ultimo Sport Prototipo di Maranello – in gara sino al 1973 – prima di un intermezzo durato mezzo secolo e colmato nel 2023, l’anno del rientro di Ferrari nella top class dell’endurance.

Come da filosofia del Cavallino Rampante, però, la 499P 2025 guarda al futuro e lo fa ben supportata dalla creatività dei designer della Ferrari. La livrea, quindi, è resa più moderna grazie a un inedito schema compositivo che mescola il rosso - in una tonalità scura che reinterpreta colorazioni già ammirate nelle vetture degli scorsi decenni – al Giallo Modena con l’obiettivo di enfatizzare e valorizzare le linee del corpo vettura.

La livrea della 499P è caratterizzata da un rosso lucido prevalente, che ottimizza la visibilità della vettura specialmente nelle ore notturne, e da un tocco di opaco in sintonia con la monoposto della Scuderia Ferrari HP di Formula 1.

Sull’abitacolo è mantenuta la fascia obliqua gialla – un marchio di fabbrica della 499P sin dal 2023 –, ma rispetto al 2024 il segno grafico si sviluppa sui side pod laterali, invece che sulla parte inferiore della fiancata. I side pod vengono così evidenziati in maniera longitudinale accentuando il dinamismo della vettura: il risultato si apprezza, in particolare, osservando la 499P da una posizione rialzata – quella generalmente occupata dai tifosi sulle tribune – con un effetto originale e innovativo.

La vettura. 
In Qatar, sede del primo atto iridato, Ferrari si presenterà con la 499P nella configurazione tecnica utilizzata a partire dal quinto round della stagione 2024, quello disputato a San Paolo (Brasile), quando sulla vettura era stato introdotto il primo pacchetto d’evoluzione tecnica (joker), con interventi che avevano riguardato in particolare un nuovo disegno dei condotti di raffreddamento dei freni e, sul piano aerodinamico, l’introduzione dei flick sotto i proiettori anteriori.
Partendo da questa configurazione la squadra ha lavorato nel corso dell’inverno, nelle sessioni di test in pista consentite dal regolamento e al simulatore, nell’ottimizzazione del pacchetto tecnico complessivo. Il lavoro invernale ha riguardato sia la vettura, effettuando numerosi interventi all’interno di quanto consentito dal regolamento dedicati al miglioramento dell’affidabilità, agli adeguamenti regolamentari, e all’ottimizzazione di tutte le aree in cui sono stati individuati dei gap rispetto alla concorrenza, sia le tutte le operazioni che interessano la squadra nell’esecuzione della gara.

Il motopropulsore. 
La 499P è dotata di un powertrain ibrido che combina un’unità termica, il V6 biturbo in posizione centrale-posteriore, a una elettrica, l’ERS – Energy Recovery System – posto sull’asse anteriore.
Il motore termico, pur con delle caratteristiche specifiche, è derivato dalla famiglia dei V6 biturbo che trovano applicazione anche sulle vetture stradali sottolineando il transfer tecnologico tra modelli da competizione – gli attuali regolamenti sia del FIA WEC sia della F1 prevedono l’impiego di propulsori V6 turbo abbinati a un sistema ibrido a 800V – e stradali. Una filosofia testimoniata, per esempio, dalla F80, la più recente supercar della Casa di Maranello che condivide l’architettura del motore termico sei cilindri e diverse componenti dello stesso, derivati dalla 499P.

La squadra.
Come anticipato il team Ferrari – AF Corse conferma tutti i piloti che hanno gareggiato in classe Hypercar a partire dalla stagione 2023. Sulla 499P numero 50 Fuoco-Molina-Nielsen, vincitori alla 24 Ore di Le Mans 2024, proveranno ad arricchire un palmares nella top class dell’endurance nel quale brillano – oltre al successo citato – 6 podi e 3 Hyperpole ottenuti nelle scorse due annate. Sulla vettura “gemella” numero 51 Pier Guidi-Calado-Giovinazzi che hanno sinora collezionato una vittoria – alla 24 Ore di Le Mans del Centenario, nel 2023 -, 3 podi e 1 Hyperpole.

Gli obiettivi. 
Dopo aver ottenuto un terzo e un secondo posto in classifica iridata Costruttori rispettivamente nel 2024 e nel 2023, nel 2025 l’obiettivo della Ferrari è di conquistare punti preziosi in ogni gara del campionato per poter ambire alla vittoria dei titoli mondiali Costruttori – riportando a Maranello un trofeo, nella classifica assoluta dell’endurance, che manca dal 1972 quando il Cavallino Rampante s’impose nel Campionato del mondo Marche – e Piloti.

Il calendario. 
Il Lusail International Circuit ospiterà il Prologo (21-22 febbraio) e la 1812 KM del Qatar (28 febbraio); a seguire il circus iridato farà tappa sui tracciati di Imola (Italia, 20 aprile), Spa-Francorchamps (Belgio, 10 maggio), Le Mans (Francia, 14-15 giugno), San Paolo (Brasile, 13 luglio), COTA (USA, 7 settembre), Fuji (Giappone, 28 settembre), Sakhir (Bahrain, 8 novembre).

Credits: Ferrari.com

lunedì 3 febbraio 2025

Rovera (Ferrari 296 GT3) fa centro all’esordio alla 12 Ore di Bathurst


Alessio Rovera fa centro alla sua prima presenza alla 12 Ore di Bathurst al volante della Ferrari 296 GT3 del team Arise Racing GT. Pur all’esordio sui 6213 metri del complesso circuito di Mount Panorama, il pilota ufficiale del Cavallino Rampante ha trascinato la squadra verso la vittoria di classe Pro-Am insieme ai colleghi di equipaggio con i quali condivideva per la prima volta la “rossa” numero 36 della squadra australiana, ovvero il neozelandese Jaxon Evans e i due driver “bronze” australiani Brad Schumacher ed Elliot Schutte. Durante le 12 ore di competizione, Rovera e compagni hanno massimizzato la strategia e solo nel finale hanno potuto gestire la posizione di vertice conquistata dopo metà gara nella propria categoria, tagliando il traguardo all’ottavo posto assoluto e poi celebrando sul podio la vittoria in Pro-Am. Un risultato di valore per tutto il team, anch’esso all’esordio in uno degli eventi endurance più prestigiosi e impegnativi in assoluto.

E con tre continenti in tre settimane per il pilota varesino prosegue ora il giro del mondo: dopo la 24 Ore di Daytona in Nord America a fine gennaio e la 12 Ore di Bathurst di questo weekend, Rovera è già pronto a muovere in direzione Medio Oriente, dove nel fine settimana del 9 febbraio si disputa il secondo doppio round dell’Asian Le Mans Series 2024-2025. L’appuntamento è con la 4 Ore di Dubai, che si disputerà due volte e che in questo caso Alessio affronterà non su una GT della Ferrari, ma tornando al volante di un Prototipo LMP2. Al volante della Oreca 07 motorizzato Gibson del team AF Corse, Rovera ritroverà in equipaggio i compagni di squadra francesi François Perrodo e Matthieu Vaxiviere. Con 17 lunghezze da recuperare sul vertice, i tre occupano la terza posizione nella classifica di campionato a quota 26 punti, frutto del secondo e del sesto posto ottenuti alla 4 Ore di Sepang nelle due gare disputate a dicembre in Malesia. In totale sono 47 le vetture attese in gara sui 5,39 km dell’autodromo di Dubai, dieci le LMP2 che si contenderanno la vittoria assoluta. Le due 4 Ore prendono il via sabato 8 febbraio alle 14.10 e domenica 9 febbraiosempre alle 14.10 ora locale, le 11.10 in Italia.

Il commento di Alessio Rovera: “E’ stata una prima esperienza australiana molto interessante, tutto nuovo e così unico. Sono contento di aver contribuito a questo successo e di come il team ha gestito le varie fasi della 12 Ore e la strategia. La Ferrari rispondeva bene fin dalle prove e in gara avevamo un ritmo molto buono, ma una corsa così lunga nasconde sempre delle insidie. Noici siamo fatti trovare sempre pronti, anche se Mount Panorama è un circuito molto sfidante e mai scontato,bellissimo, che nei doppi stint ti mette a dura prova anche fisicamente. Il tratto in discesa è probabilmente il più tecnico, ma è un tracciato super in generale, una pista dove spero di tornare il prossimo anno. Nel frattempodobbiamo però concentrarci sul 2025: il prossimo weekend è già dietro l’angolo, tornerò in gara nell’Asian Le Mans Series e al volante di un Prototipo, cercherò di ricaricare le batterie nel più breve tempo possibile e ripartire più motivato che mai per ben figurare anche a Dubai”. (Agenzia ErregiMedia)





giovedì 30 gennaio 2025

Dopo Daytona, Rovera al debutto di Bathurst su Ferrari



Trascorre tra due continenti la settimana di Alessio Rovera da pilota ufficiale della Ferrari: al volante della 296 GT3 appena lo scorso weekend il pilota varesino ha disputato in Florida la 24 Ore di Daytona e ora è già proiettato verso la 12 Ore di Bathurst, attesa in Australia il prossimo fine settimana. Nel primo round stagionale della serie nord-americana IMSA Weathertech Sportscar Championship, che per Rovera ha segnato anche l’esordio stagionale, il pilota del Cavallino non è stato particolarmente fortunato e insieme ai compagni di squadra Onofrio Triarsi, Charlie Scardina ed Eddie Cheever III è stato costretto al ritiro per noie tecniche dopo circa 19 ore di gara, un paio di tornate dopo la ripartenza da una safety car, nel momento in cui la Ferrari 296 GT3 del team Triarsi Competizione occupava la nona posizione, comunque a pochi secondi dai vertici della classe GTD.

Conclusa prematuramente la 24 Ore di Daytona domenica scorsa, Rovera è già concentrato per uno dei più prestigiosi appuntamenti dell’Intercontinental GT Challenge, la serie internazionale della SRO che ha nella classica australiana 12 Ore di Bathurst il primo round stagionale nel weekend dell’1-2 febbraio. Per il pilota lombardo classe 1995 sarà una sfida del tutto particolare, una prima assoluta sul difficile ed esaltante circuito di Mount Panorama, 6213 metri nei pressi appunto di Bathurst a circa 200 chilometri a ovest di Sydney, e la prima assoluta con il team Arise Racing GT. Rovera condividerà la Ferrari 296 GT3 numero 36 iscritta in classe Pro-Am in equipaggio con gli australiani Elliot Schutte e Brad Schumacher e il neozelandese Jaxon Evans, suoi nuovi compagni di squadra per l’occasione.

Al via della 12 Ore di Bathurst sono attese 23 vetture in totale. Prime prove libere venerdì 31 gennaio alle 8.35locali, seguite da ulteriori turni alle 10.10 (solo per i piloti bronze), 13.45 e 16.30 (solo per i bronze). Sabato le due free practice finali si disputano alle 8.35 e alle 10.25, mentre le qualifiche scattano alle 13.05 (le 3.05 italiane). La gara prende il via domenica alle 5.45 australiane: in Italia saranno ancora le 19.45 di sabato 1° febbraio, con la bandiera a scacchi attesa dunque nella mattina del 2 febbraio alle 7.45.

Rovera ha dichiarato tra Daytona e Bathurst: “La prima dell'anno è stata una gara molto difficile, nella quale fra l'altro per i parametri imposti non abbiamo potuto sfruttare nel migliore dei modi la velocità e la potenza nei tratti scorrevoli, che sono tanti e fondamentali a Daytona. Quando mancavano 5 ore siamo anche stati costretti allo stop e quindi per la rivincita diamo appuntamento a Sebring per quanto riguarda l'IMSA, mentre per quanto mi riguarda mi attende un nuovo esordio in Australia. Prima volta a Bathurst, non vedo l'ora, anche di lavorare sul campo con il team e nuovi 'compagni di viaggio'. Niente sarà scontato, ho svolto alcune sessioni al simulatore per prepararmi al meglio e il circuito di Mount Panorama è davvero esaltante, da prendere con le pinze. Dovremo cercare di adattarci alla pista e al contesto il prima possibile per poi provare a far bene nella 12 Ore”. (Agenzia ErregiMedia)




mercoledì 22 gennaio 2025

F1 / La 'prima' in rosso di Lewis Hamilton.


Maranello, 22 Gennaio 2025 - Il circuito privato della Ferrari ha ospitato l'attesissimo debutto di Lewis Hamilton su una monoposto della Scuderia Ferrari HP. La pioggia tipicamente inglese di lunedì, primo giorno di Lewis in Ferrari, ha lasciato il posto alla nebbia che ha parzialmente nascosto il numero enorme di tifosi che si sono ritrovati sul cavalcavia di via Giardini, a Maranello, che si affaccia sul circuito privato della Ferrari. Condizioni meteo che rappresentano una coincidenza curiosa, visto che anche il primo test a Fiorano dell’altro sette volte campione del mondo, Michael Schumacher – il 16 novembre 1995 – era stato avvolto dalla nebbia. Alle ore 9.16 la SF-23 numero 44 è uscita per la prima volta dal box per un giro di installazione con gomme da bagnato sotto lo sguardo attento del Team Principal, Fred Vasseur, e del vice Jerome d’Ambrosio. In garage erano presenti anche i famigliari di Lewis, visibilmente emozionati. L’inglese, una volta rientrato, è rimasto in macchina e ha dato per radio le prime indicazioni all’ingegnere di pista Riccardo Adami e ai suoi colleghi. Poco dopo sulla sua Ferrari sono state montate gomme da asciutto e il test è iniziato per davvero, con Lewis che ha alternato giri lanciati a soste per provare partenze e prendere confidenza con le procedure della monoposto. Ad osservarlo c’era anche il vicepresidente Piero Ferrari, arrivato nel frattempo a Fiorano. Nel complesso l’inglese ha percorso 30 giri per un totale di 89 chilometri, meno probabilmente di quanto avrebbe desiderato, ma da quest’anno anche i cosiddetti test TPC (acronimo di Testing of Previous Cars, prove effettuabili su vetture vecchie di almeno due stagioni) sono limitati per i titolari, che non possono percorrere più di mille chilometri nel corso dell’anno. Dopo le prove Lewis si è riunito con gli ingegneri nel debriefing della sessione al termine del quale si è fatto portare sotto la curva nella quale erano assiepati i tifosi per salutarli e ringraziarli del caloroso benvenuto in questi primi giorni da ferrarista.

Lewis Hamilton #44: "Fin qui nella mia carriera ho avuto la fortuna di poter vivere molte "prime volte": il primo test, la prima gara, il primo podio, la prima vittoria e il primo campionato. Quindi non ero sicuro di quante altre "prime" speciali avrei potuto ancora vivere, ma guidare per la prima volta una monoposto della Scuderia Ferrari HP questa mattina è stato uno dei momenti più belli della mia vita. Quando ho messo in moto la vettura e sono uscito dal garage, avevo il mio sorriso più grande stampato sul volto. Mi ha ricordato la primissima volta che ho testato un'auto di Formula 1, un momento così emozionante e speciale. Oggi, quasi vent’anni dopo, ho provato di nuovo quelle stesse emozioni. Sapevo già, da osservatore esterno, quanto fosse appassionata la grande famiglia Ferrari, da ciascun membro del team ai Tifosi! Ma poter vivere tutto questo in prima persona da pilota della Scuderia è davvero straordinario. La passione scorre nelle vene di tutti, ed è impossibile non lasciarsi trascinare da essa. Sono incredibilmente grato per l’affetto che ho sentito da parte di tutti qui a Maranello in questa settimana. C'è molto lavoro da fare, ma non vedo l’ora di iniziare". (credits: Ferrari.com)

Ph credits Maurizio Rigato - riproduzione riservata

























Ph credits Maurizio Rigato - riproduzione riservata

domenica 19 gennaio 2025

Le Ferrari dimenticate


Testo di Massimo Campi
Illustrazioni di ©Luigi Ubezio
Immagini di ©Raul Zacchè; Massimo Campi; Archivio Marasca

Negli anni ’60 la realtà Ferrari era molto diversa da quella attuale. Il cavallino rampante era già famoso nel mondo grazie alle vittorie ed alla conquista di titoli mondiali con le monoposto e le ruote coperte, ma Enzo Ferrari era ancora un piccolo costruttore che stava ponendo le basi per il futuro. Il motorsport di quelle stagioni non si basava solamente sulla Formula 1 ma anche sulle gare endurance con le vetture sport e si poteva anche correre in altre categorie sia con le monoposto che con le ruote coperte. 

Campionati che non avevano una titolazione mondiale ma avevano ingaggi e premi molto allettanti e consentivano anche la commercializzazione di vetture per i clienti privati ed un grande ritorno pubblicitario. In questo contesto nascono le corse della Temporada Argentina, la Tasman Cup e la Can Am. Paolo Marasca, giornalista e grande esperto del mondo Ferrari, ha incontrato gli appassionati in un evento organizzato da MAMS – Monza Auto Moto Storiche e dal Ferrari Club Vedano al Lambro, per raccontare alcune Ferrari cosiddette minori, le “Ferrari dimenticate” che però hanno scritto alcune pagine gloriose nella storia del motorsport.

La Ferrari Dino, dalla Formula 2 alla Tasman Cup ed alla Temporada Argentina

Nel 1967 nasce la Formula 2, anticamera della Formula 1 che utilizza monoposto con motori di 1,6 derivati da unità di serie. Ferrari è attratto dalla categoria, inizialmente la Commissione Sportiva Internazionale emana un regolamento con il propulsore che doveva essere derivato da una unità di serie prodotta in almeno 50 esemplari, ma alla sua attuazione la produzione sale a 500 esemplari. Enzo Ferrari non si scompone e si rivolge alla Fiat stringendo il primo accodo commerciale tra Maranello e Torino per la produzione di due vetture sportive, sotto il nome “Dino” con motori di 6 cilindri. 


Nasce la Dino Fiat e la Dino 246 prodotta dalla Ferrari con motore centrale. L’unità V6 verrà utilizzata come base per la monoposto che parteciperà alle gare di Formula 2 e della Tasman Cup. Dopo una serie di sviluppi, Tino Brambilla porta alla vittoria la monoposto, la 166 F2, il 13 ottobre 1968 ad Hockenheim. In seguito verrà impiegata nella Temporada argentina, una serie di gare che venivano disputate in Sudamerica a fine stagione, dove vince il campionato con Andrea De Adamich.
Chris Amon in quegli anni è il pilota principale della Ferrari ed anche il collaudatore preferito da Mauro Forghieri. Quando prova la monoposto di Formula 2 sulla pista di Modena ha una intuizione “Forghieri la monoposto è nata bene, è agile, perché non gli mettiamo sopra il 6 cilindri portato a 2,4 litri ed andiamo a correre nella Tasman Cup?” Il direttore tecnico del cavallino ed Enzo Ferrari appoggiano l’idea del pilota neozelandese e preparano la prima vettura che esordirà nella corse australi con Amon.

lla fine della Formula 1 di 2,5 litri i costruttori inglesi si oppongono alla nascita della Formula 1 di 1,5 litri e cercano di dare vita ad una nuova categoria, la Formula Libre che continua a correre con i vecchi motori. La categoria non ha molto successo nel vecchio continente ma si sviluppa soprattutto agli antipodi con la Tasman Cup dove si corre nella stagione invernale con premi molto allettanti e la partecipazione dei migliori piloti di Formula 1 dell’epoca.
Sulla base della monoposto di Formula 2 viene realizzata la 246 Tasmania con il V6 di 65° portato a 2,4 litri di cilindrata. La Dino 246 Tasmania è prodotta tra il 1968 e 1969 in tre esemplari, il primo anno vince due gare con Amon che arriva secondo in campionato dietro Jim Clark sulla Lotus. Nel 1969 i piloti sono Amon e Derek Bell con il neozelandese che vince la Tasman Cup.

La Can Am, il campionato dei paperoni americani

La serie Can-Am (Canadian American Challenge Cup) nasce dalle esigenze americane di avere un campionato con vetture da competizione e motori derivati dalle auto di serie americane sui vari tracciati del nord America. 
L’idea fu suggerita da Stirling Moss con l’impiego di vetture a ruote coperte, gare brevi e tirate, motori senza limiti di cilindrata e cospicui montepremi che potessero attirare i principali costruttori europei. Ben presto Lola e McLaren realizzano barchette che utilizzano i V8 Stock e Big-Block statunitensi ed i piloti europei fanno la fila per correre in America. 

Luigi Chinetti, che importa le Ferrari in America, presto intuisce il clamore mediatico di quelle corse e convince Ferrari a preparare una vettura per partecipare alle gare. La prima biposto Gruppo 7 è la Ferrari 350 Can-Am, derivata dalla P4 del 1967. È agile e veloce, ma il motore non ha la potenza necessaria per competere con i V8 americani di sette litri. La 612 Can Am è realizzata nel 1968 in due esemplari partendo dalla base 350. La 612 debutta all'ultima gara della stagione del Campionato Can-Am del 1968, che si corse il 10 novembre allo Stardust International Raceway, vicino a Las Vegas. In questa occasione Chris Amon si ritirò al primo giro. Nel 1969 la vettura prese parte nuovamente al Campionato, ed i risultati furono migliori. Sempre con alla guida Chris Amon, che arrivò secondo a Edmonton e terzo a Watkins Glen e sul circuito di Mid-Ohio. L’ultima vettura è la 712 Can Am prodotta nel 1971 in un solo esemplare, derivato dalla modifica di una preesistente Ferrari 512S che coglie l’unica vittoria in una gara Interserie (la Can-Am europea) ad Imola con Merzario.

La “Ferrarina” ASA 1000GT

Alla fine degli anni Cinquanta le vetture sportive di piccola cilindrata e alte prestazioni costruite da Abarth, Giannini e altri preparatori su meccaniche FIAT, conobbero grandi successi nelle gare e, conseguentemente, anche una discreta fortuna nelle vendite, soprattutto tra il pubblico giovane. 
Allo scopo di partecipare a questo mercato la Ferrari inizia la sperimentazione costruendo, nel 1960, un prototipo di Gran Turismo con motore quadricilindrico da 850 CC, montato su Fiat 1200 Pininfarina Coupé. 
Nasce l'ASA 1000 GT, più nota anche con il soprannome di Ferrarina, venne poi costruita dall'azienda milanese ASA (acronimo di Autocostruzioni Società per Azioni) dal 1962 al 1967, nelle versioni coupé e spider. Doveva servire anche al lancio di giovani piloti nelle corse partendo dalle gare turismo, ma gli impegni a Maranello sono molteplici e ben presto la ASA 1000 viene abbandonata.

Con le cronoscalate degli anni ’60 inizia la battaglia con la Porsche

Sempre negli anni ’60 La Ferrari inizia a correre nelle cronoscalate, allora feudo delle vetture di Stoccarda, con dei prototipi Dino e conquista gare e titoli con Ludovico Scarfiotti nel 1962 e 1965. Da quelle vetture si arriva alla Ferrari 212E creata per essere impiegata nel Campionato Europeo Montagna del 1969. 

Il motore derivava da quello utilizzato nel 1965 e nel 1966 sulla 512F1 in Formula 1. Il propulsore originale, che fu progettato da Mauro Forghieri, era un 12 cilindri a V di 180° da 1,5 http://L di cilindrata. Lo sviluppo fu eseguito dall’ingegnere Stefano Jacoponi. Il pilota scelto per guidare la 212E nelle gare del Campionato Europeo Montagna e nelle corse di preparazione fu Peter Schetty che proveniva dalla Abarth. La 212E con il pilota svizzero si impone in tutte le gare e registrando anche i record del tracciato in ogni tappa, tranne a Rossfeld, conquistando così il Campionato. Alla fine del 1969 l'unico esemplare del modello fu venduto al pilota privato Edoardo Lualdi Gabardi con una carrozzeria diversa dall'originale che conquistò il campionato italiano della montagna nel 1971.











Immagini di ©Raul Zacchè; Massimo Campi; Archivio Marasca


martedì 24 settembre 2024

GT World Challenge Europe / Per AF Corse e Ferrari rimonta da podio a Monza


Alessandro Pier Guidi, Alessio Rovera e Vincent Abril, al volante della Ferrari 296 GT3 numero 51 dell'AF Corse - Francorchamps Motors, si sono assicurati il ​​terzo posto assoluto e il secondo nella classe Pro dopo una lotta serrata nel quarto round della GT World Challenge Europe - Endurance Cup andato in scena all’Autodromo Nazionale Monza. I due piloti ufficiali del Cavallino Rampante ora sono secondi nella classifica generale dell'Endurance Cup, a soli tre punti dalla vetta prima della gara finale a Jeddah a fine novembre. Sfortunatamente, la vettura gemella, numero 71, guidata dai piloti ufficiali Yifei Ye, Thomas Neubauer e David Vidales, è stata condizionata da un problema al collettore di scarico prima di raggiungere la griglia, finendo al 34° posto.

Con una rimonta negli ultimi giri, Alessandro Pier Guidi ha portato la Ferrari 296 GT3 numero 51 sul terzo gradino del podio assoluto, dopo una gara condizionata da numerosi periodi di Full Course Yellow e Safety Car, che hanno messo alla prova le strategie del team. Partito dalla pole position, la vettura dell'AF Corse - Francorchamps Motors ha mantenuto la testa per tutto il primo stint, guidata da un determinato Alessio Rovera, e durante il secondo stint con Vincent Abril al volante. Nella caotica fase finale, dopo l'ultimo pit stop, Pier Guidi si è trovato a inseguire, ma grazie a una brillante rimonta, ha chiuso appena dietro ai primi due, assicurandosi il secondo posto nella classe Pro e stabilendo il giro più veloce della gara con un tempo di 1'44"593 al giro 85 degli 87 completati. Dopo una partenza difficile a causa del problema al collettore di scarico, che ha tenuto la 296 GT3 numero 71 ai box per i primi 15 minuti, Ye, Neubauer e Vidales hanno gestito una gara regolare, concludendo 34° assoluto e 17° nella classe Pro.

Foto Claudio Pezzoli / New Reporter Press