di Massimo Campi - Immagini © Raul Zacchè/Actualfoto
All’inizio degli anni novanta, del secolo scorso, il mondo delle gare di durata era in grave crisi. Con scelte scellerate la FIA, sotto pressione della FOCA di Ecclestone, vara una serie di regolamenti tecnici che, di fatto, portano velocemente alla fine del Campionato Mondiale Prototipi per mancanza di partecipanti.
La riscossa arriva dalle gare oltreoceano quando la serie IMSA vara il regolamento per una nuova categoria con barchette che montano motori derivati dalla serie. Giampiero Moretti e Gian Luigi Buitoni, l’importatore Ferrari in USA, convincono Piero Lardi Ferrari, direttore della Ferrari Engineering, a varare un progetto per una barchetta con il V12 della futura F50. La vettura servirà a rilanciare l’immagine sportiva del cavallino rampante negli Stati Uniti, ci penserà la Dallara a studiare il telaio in cui viene anche coinvolto Tony Southgate, uno dei maestri delle vetture sport. Il telaio della barchetta è realizzato in nido d’ape d’alluminio e fibra di carbonio, il cambio Ferrari monta componenti Hewland DGN ed è sequenziale meccanico a cinque rapporti. La nuova vettura viene messa in vendita ad un prezzo di 950.000 $ per i team privati, come era già successo in passato per la 512M ed altri famosi prototipi Ferrari e si chiamerà “333SP”, dalla cilindrata unitaria del suo propulsore di 333,08 cc.
La Ferrari 333SP debutta nel World Sports Car Championship 1994 nella gara di Road Atlanta. Sono quattro gli esemplari in gara divisi tra tre squadre, una delle quali è la vettura MOMO Corse con Moretti ed Eliseo Salazar al volante. La rossa subito si fa notare, inizia a vincere, ma perde il campionato solo a causa dell’inizio ritardato della stagione.
Nella stagioni successive la Ferrari 333SP diventa la vettura di riferimento, viene portata in gara anche a Le Mans, ma la barchetta è progettata per le gare brevi come quelle americane e ci vuole un ulteriore step per vincere nei grandi appuntamenti dell’endurance mondiale anche se la vettura del Team Scandia riesce ad imporsi nella 12 Ore di Sebring 1995 con Fermín Velez – Andy Evans – Eric van de Poele
Il grande sogno di Giampiero Moretti è però quello di vincere alla 24 Ore di Daytona e nel 1998 il sogno finalmente si realizza grazie ad una serie di aggiornamenti nella motorizzazione e nell’aerodinamica. La stagione 1998 sarà quella della Ferrari 333SP e di Giampiero Moretti, uno dei maggiori gentleman driver, giunto all’età di 58 anni.
Moretti corre in America da oltre 30 anni, ha partecipato alla 24 Ore di Daytona sin dai tempi della Ferrari 512M ed erano passati 31 anni da quando la Ferrari aveva vinto la gara nel 1967, con quel famoso arrivo in volata umiliando la rivale Ford in casa sua.
Al volante della vettura MOMO Corse, ci sono Gianpiero Moretti, Arie Luyendyk, Mauro Baldi e Didier Theys che partono con il secondo tempo nelle prove e dopo una serie di colpi di scena si ritrovano in testa alla gara. Il trionfo è tutto da scrivere e da gustare, ed allora Didier Theys, ormai sicuro del risultato, entra ai box lasciando l’ultimo stint a Moretti che taglia il traguardo da trionfatore realizzando il suo sogno da ragazzo. “Con tutti i soldi che ho speso a Daytona, avrei potuto comprare facilmente mille Rolex, ma Volevo vincere questa gara.” È il commento del team manager italiano quando il suo sogno americano, si era finalmente avverato.
Ma la stagione non è finita ed Incoraggiato da quel successo, Moretti è poi andato a farne due di fila quando ha conquistato la 12 Ore di Sebring un paio di settimane dopo, regalando così alla 333 SP due delle sue vittorie più importanti, e due delle vittorie sportive più importanti della Ferrari in 25 anni e non contento è anche salito sul gradino più alto del podio alla 6 Ore di Watkins Glen.
La Ferrari 333SP corre anche alla 1000 Km di Monza ed alla 24 Ore di Le Mans. Nella prima è una delle vetture più competitive, ma un problema meccanico fa svanire le aspettative e la gara viene vinta dalla McLaren F1 GTR del Team Davidoff, mentre la 333SP del Team Auto Sport Racing di Bryner/Calderari/Zadra sale sul secondo gradino del podio.
Nella maratona della Sarthe le vetture da battere sono GT1 con Porsche e Toyota a fare la parte del leone contro le varie barchette WSC che non possono tenere il ritmo delle macchine di punta. A Le Mans sono quattro le Ferrari 333SP iscritte alla gara ma tutte avranno problemi e la migliore al traguardo sarà quella del Doyle-Risi Competizione di Wayne Taylor – Eric van de Poele – Fermín Velez che finisce ottava assoluta ma vince la categoria LMP1. Gianpiero Moretti – Mauro Baldi – Didier Theys sono 14° assoluti mentre le altre due di Michel Ferté – Pascal Fabre – François Migault e Vincenzo Sospiri – Jean-Christophe Boullion – Jérôme Policand non vedono la fine della gara.
Moretti, a fine stagione, dopo avere realizzato il suo sogno, ha deciso di ritirarsi dalla competizioni. La storia della 333SP è continuata fino all’inizio del terzo millennio. In totale la barchetta del cavallino rampante ha vissuto otto anni gloriosi ai vertici delle corse automobilistiche sia in Nord America che in Europa. Complessivamente sono state realizzate 40 esemplari di cui 4 dalla Ferrari e le rimanenti dalla Dallara e da Michelotto. Il 1998 è stato l’anno dei grandi trionfi con Daytona e Sebring, e in 144 gare disputate, la Ferrari 33SSP ha collezionato 56 vittorie, 69 pole e diversi titoli in campionati internazionali tra il 1994 e il 2003.