di Massimo Campi – Foto Raul Zacchè/Actualfoto e Massimo Campi
Nicholaus Andreas Lauda, un pilota, un uomo che ha segnato la storia, non solo quella della F.1, quella dello sport intero. Pilota sopraffino, guida precisa. Un uomo che ha rischiato, ha comprato un posto in F.1 ed ha quasi pagato con la vita. Un uomo che ha saputo scegliere con decisioni a volte forti, che lo hanno fatto amare ed odiare dai suoi tifosi, segnato dalle battaglie, sfidando i facili pronostici di chi lo aveva definito finito, sempre risorgendo con la sua grande forza di volontà compiendo rimonte che sembravano impossibili.
“Niki” Lauda nasce a Vienna il 22 febbraio 1949 da una ricca famiglia di banchieri. Appassionato di corse sin da giovane trovò nei genitori il primo ostacolo per la sua carriera. Corre con una Mini Cooper ma la famiglia non intendeva sostenere la sua passione, in quanto ritenevano che questo li avrebbe screditati agli occhi dell’alta società.
Nel 1968 prende la prima importante decisione della sua vita: abbandona gli studi universitari, si fa prestare il denaro da alcune banche austriache e compera la sua prima vettura, una monoposto di F.Vee. In seguito passa alla F.3, ma la sua carriera, però, sembrava essere ormai ad un punto morto, quando, grazie ad un altro grosso prestito bancario, garantito anche da una polizza di assicurazione sulla vita, riuscì a garantirsi un posto presso il team March in Formula 2.
Debuttò nella seconda formula nel 1971 al Trofeo Jim Clark, che si disputava ad Hockenheim, al volante di una March 712M Anche in virtù del fatto che la stella del team March era lo svedese Ronnie Peterson, in pochi nel 1971 si accorsero dell’austriaco. Robin Herd (DT della scuderia March), in un’intervista ricordò che quando gli fu presentato Lauda pensò, non si sa per quale motivo, che non avesse l’aspetto di un pilota e di conseguenza che non potesse essere uno veloce. Ma lo stesso Robin Herd capisce presto che l’austriaco ha la stoffa del campione “andammo a Thruxton per dei test. Girò per primo Lauda: gli feci fare una decina di giri, chiedendogli di spremere più che poteva l’auto, perché avevamo diverse modifiche e volevamo capire pregi e difetti. Girò in 1’14”0, sembrava andare a spasso, poi cedette la sua monoposto a Ronnie Peterson. Lo svedese prese in mano la macchina messa a punto da Niki. Andammo a vederlo in curva, iniziò a girare con il suo stile di guida, apparentemente velocissimo, aggressivo, sempre di traverso, sembrava volare, ma giunti ai box confrontammo i tempi dei due piloti ed il miglior giro di Peterson fu 1’14”3. In quel momento capii che Niki doveva avere qualcosa di speciale”.
Lauda debutta in F.2 con la March nel 1971, nel 1972 arriva la F.1, sempre con la March, poi passa in BRM ed infine, sostenuto da Clay Ragazzoni, suo compagno nel team Inglese, arriva in Ferrari nel 1974. E’ con la squadra di Maranello che sboccia la stella Lauda. Veloce, metodico, preciso, è l’uomo ideale per una F.1 che sta cambiando, con una tecnologia incalzante dove serve sempre più interazione tra il pilota ed i tecnici. Tra Lauda e Forghieri si instaura presto una grande intesa che porterà ai due titoli mondiali. Ma tra Lauda ed Enzo Ferrari si rompe quel sottile filo che li lega dopo l’incidente del Nurburgring 1976 e la sostituzione con Reutemann.
Lauda nel suo letto d’ospedale lotta contro la morte, alla fine con la sua grande volontà brucia tutte le tappe, ritorna, con le ferite ancora sanguinanti a Monza, solamente 42 giorno l’incidente. La stampa lo adora, diventa subito leggenda, per Ferrari inizia ad essere ingombrante. Poi arriva il giorno del Fuji, la rinuncia a correre sotto il diluvio ed il tradimento da parte degli altri piloti, il titolo perso in favore di Hunt Nel 1977 si riscatta, rivince il mondiale con la Ferrari, ma presto si consuma anche il divorzio e la fuga alla Brabham di Ecclestone, con i soldi della Parmalat a fare da garanzia all’operazione.
Dopo due anni un’altra importante svolta della vita: via dalla corse verso le ali!. Nel 1979 si ritira per la prima volta, gli affari hanno preso il posto delle corse, nasce la Lauda Air e Niki si inventa anche pilota di voli di linea.
La passione delle corse e delle grandi sfide fa ancora parte dell’uomo. Ritorna a galla il pilota e nel 1981 annuncia il ritorno alle corse.
Nel 1982 ritorna alle competizioni ed è subito protagonista, anche se non in pista, nello sciopero dei piloti al primo Gran Premio della stagione, in Sud Africa, per contestare alcune clausole del nuovo regolamento sulla concessione della Superlicenza FIA, resa necessaria per correre in F.1. Dopo la positiva conclusione della vertenza, che permise lo svolgimento del Gran Premio, Didier Pironi presidente dell’associazione dei piloti GPDA sottolineò il ruolo di Lauda, quale guida dei piloti. Il rientro agonistico avviene, dopo lo sciopero, alla guida della McLaren MP4/1B, prima Formula 1 con il telaio in fibra di carbonio e spinta dal classico 8 cilindri Cosworth DFV, ottenendo subito un quarto posto. Al suo rientro nelle corse aveva detto:”Aspettate 4 gare a giudicarmi” ma alla terza partecipazione torna alla vittoria: partito con il secondo tempo in prova nel Gran Premio degli Stati Uniti-Ovest, supera l’autore della pole position, Andrea De Cesaris, al quindicesimo giro per poi non lasciare più la testa della gara.
La McLaren passa al motore Turbo, il V6 TAG-Porsche e per Lauda si apre una nuova fase vincente della sua carriera coronata con il titolo mondiale, nel 1984 vinto sul diretto compagno di squadra Alain Prost.
Il terzo titolo mondiale lo ottiene, dopo cinque affermazioni stagionali, per solo mezzo punto, che ancora oggi è il minor vantaggio mai ottenuto sul secondo classificato (dovuto al dimezzamento del punteggio del Gran Premio di Monaco, terminato prima del raggiungimento del 75% della distanza totale prevista).
Dopo un 1975 in sottotono annuncia il definitivo ritiro dalla gare. Ma non quello dalle corse. Negli anni ricoprirà vari incarichi di consulenza in squadre di primo piano come Ferrari e Jaguar, per poi diventare membro del consiglio della Mercedes AMG Motorizzazioni e consigliere speciale del Consiglio di Daimler AG . Ha inoltre svolto, dal 1995 al 2017, la professione di commentatore televisivo per l’emittente tedesca RTL. Niki Lauda è scomparso il 20 maggio 2019. A Montecarlo, il primo Gran Premio di Formula 1 dopo la sua morte, l’intero circus ha omaggiato Lauda indossando per tutto il fine settimana un berretto rosso, come quello reso iconico dall’austriaco nel corso della sua vita.