di Massimo Campi
immagini Raul Zacchè/Actualfoto
È stato soprattutto un campione dai modi gentili. Parliamo di Daniel Patrick Charles Maurice Nasri Tambay nato a Parigi, il 25 giugno del 1949, arrivato nella scuderia del cavallino in quel pazzesco 1982, un anno di grandi problemi per le rosse. Patrick Tambay, francese di ricca famiglia parigina, educato, sempre sorridente, nonostante i pochi risultati conquistati ha lasciato un grande ricordo nei tifosi della Ferrari. è sempre stato considerato un grande collaudatore, instancabile ed è arrivato a Maranello dopo la morte dell’amico Gilles Villeneuve.
Tambay inizia la carriera sportiva sugli sci, per poi passare alle quattro ruote, vince il Volante Elf, inizia la trafila che lo porta fino ad essere un professionista delle corse. Debutta in Formula 1 nel 1977, nel Gran Premio di Francia a Digione, con una Surtees, mancando però la qualificazione. È uno dei tanti piloti in cerca di un sedile per correre nella massima formula e dalla gara successiva passa alla Theodore Racing. Corre con la Ensign-Ford N177 ufficiale, arriva sesto ad Hockenheim, dove conquista i suoi primi punti in carriera. Conclude 18° in campionato conquistando altri due piazzamenti a Zandvoort e Mosport Park. L’anno successivo è alla McLaren, il migliori risultato in gara è il quarto posto conquistato nel Gran Premio di Svezia. Il 1979 è una stagione disastrosa per la McLaren in crisi finanziaria e tecnica ed a fine stagione Ron Dennis, subentrato a Teddy Mayer, decide di sostituirlo con il giovane pilota francese Alain Prost.
Tambay emigra in America, ha già vinto il titolo Can-Am con il Team di Carl Haas nel 1976, ripete l’impresa nel 1980 e nel 1981 torna in Formula 1 ancora con il team di Teddy Yip. Con la Theodore-Ford TY01, conquista un sesto posto a Long Beach, prima gara dell’anno, ma a metà stagione viene chiamato alla Ligier per sostituire Jean-Pierre Jabouille. La monoposto francese motorizzata Matra ha grossi problemi di affidabilità e Tambay non termina nessuna gara. Sembra che la sua carriera nella massima formula sia finita, il francese decide di tornare alle corse americane, ma nel 1982 arriva la sua grande occasione: Gilles Villeneuve perde la vita a Zolder e Tambay viene chiamato a Maranello.
Nel 1982 la Ferrari 126C2 è la macchina del momento, sarà anche l'ultima Ferrari di Formula 1 a effetto suolo, nel 1983 il regolamento tecnico bandisce le minigonne e impone il fondo piatto per le monoposto. Il motore è il V6 con un angolo tra le bancate di 120°, ulteriormente affinato sotto il profilo dell'affidabilità e della potenza, portata a 580 cavalli, e sovralimentato con due turbocompressori KKK. Realizzata dal duo Forghieri/Postlethwaithe rappresenta un salto di qualità e di prestazioni per la casa italiana, con il telaio in struttura di honeycomb e tante altre finezze costruttive.
Il francese arriva a Maranello ed a giugno 1982 inizia la preparazione che porta al debutta nel G.P. d’Olanda a Zandvoort dove conclude ottavo per un problema di alimentazione. Nella gara successiva in Gran Bretagna è terzo, in Francia conclude quarto alle spalle del compagno Didier Pironi che è in testa al mondiale. La stagione della Ferrari e di Tambay prende una nuova svolta ad Hockemheim con Pironi che vola in prova sulle ruote di Prost distruggendosi le gambe e mettendo fine alla sua carriera in F.1. Tambay è l’unico pilota rimasto della rossa, vince in Germania e dedica la sua vittoria a Villeneuve, Pironi ed Enzo Ferrari, ricevendo i complimenti all'unanimità da parte dei manager e dei piloti degli altri team e diventando di fatto un pilota candidato al titolo mondiale. La stagione della rossa ha un’altra svolta, Tambay arriva quarto in Austria ma ha problemi fisici: durante una seduta di fisioterapia, si infortuna a un nervo della spalla ed è costretto a saltare il G.P. di Svizzera.
Il francese è escluso dalla lotta per il mondiale, arriva secondo a Monza, e nell’ultima gara stagionale non riesce a prendere il via sempre per i problemi alla spalla. Chiude la stagione al settimo posto con venticinque punti ottenuti, ma ha dato un contributo fondamentale alla conquista del titolo mondiale costruttori per la Ferrari.
Confermato anche per il 1983 in Ferrari ottiene la sua seconda vittoria al Gran Premio di San Marino, in cui scatena la gioia dei tifosi della Ferrari e quattro podi, oltre ad alcuni piazzamenti, che però non bastano per lottare fino alla conquista del titolo mondiale. Tambay conclude la sua seconda stagione con la Ferrari al quarto posto, che sarà il suo miglior risultato in carriera.
Per il 1984 al suo posto arriva il giovane Michele Alboreto, Tambay si accasa con la Renault. A Monaco ha un incidente con il suo compagno di squadra Warwick e si rompe il perone saltando la gara successiva. La Renault è ormai una squadra in disfacimento, la macchina ha grossi problemi di affidabilità e spesso i piloti sono vittima di ritiri.
Nella sua ultima stagione in Formula 1, Patrick Tambay passa alla Lola di Carl Haas nel 1986. La scarsa affidabilità del mezzo, però non permettono al transalpino di andare oltre un quinto posto, conquistato al Gran Premio d’Austria e un quindicesimo in classifica piloti.
Immagini Raul Zacchè/Actualfoto