(Pubblichiamo di nuovo questo bel pezzo
di Luciano Passoni per ricordare Orazio Riponi,
scomparso due giorni fa)
Le corse automobilistiche sono fatte di tante componenti, oggi sono più spettacolo che sport, lo vediamo soprattutto se seguiamo le gare attraverso la tv. Se invece andiamo direttamente in un autodromo gli odori, o i profumi, dell’ambiente, insieme alle scarpe che si incollano all’asfalto caldo della pista, agli sguardi maliziosi delle miss che premiano i piloti o gli spruzzi dello spumante che arriva dal podio, ci portano in una dimensione più reale, ma pur sempre lontana dalla essenza tecnica ed umana: motori, telai, accessori, piloti e meccanici che dovrebbe prevalere.
Negli ultimi anni anche il settore “gentleman”, amatoriale o dilettantesco, diverse definizioni per definire un settore che è professionale, le auto corrono veloci ed i pericoli sono gli stessi, ma non professionistico, risente di queste variabili. Poi tutto torna nella normalità, quella di una volta, quella dell’occhio del padrone che ingrassa il cavallo.
Si torna in officina, si smontano le macchine e, lontani da immagini, suoni o rumori che distraggono sguardi e mente, arrivano gli eroi del lunedì, a sporcarsi di grasso, a metterci le mani e la solita passione, la stessa, ineguagliabile e incancellabile, da oltre e più di mezzo secolo. Carlo e Orazio Riponi sono così, non riescono a stare lontani dalle loro creature, quelli fisici: i figli, o i nipoti, in sostanza la famiglia, e quelli meccanici: i motori, i telai, in sostanza le loro auto.
Un percorso professionale che li ha visti da una piccola officina in centro Melegnano ad un capannone in zona industriale. Una storia che a ben vedere segna una evoluzione sociale, artigiani che sono diventati professionisti mentre la città che cresce vede il suo centro diventare “salotto”, con tutti i suoi pregi e i suoi difetti, mentre trasferisce e ingrandisce le sue attività, almeno quelle più impattanti, nell’immediata periferia. Parimenti il percorso sportivo che nasce nelle gare notturne del piccolo circuito di Monza (quello Junior) per passare alla quasi totalità dei circuiti italiani, almeno quelli più importanti. Prima piloti e poi costruttori, con trofei in gare e campionati, la staffetta in pista con Luca e Maurizio, figli di Orazio, e poi loro, sempre lì, in uno dei tanti lunedì, dove tutto finisce e tutto ricomincia.