Reggio Emilia, 29 dicembre 2020 - Sempre più “internazionale” ed anche eclettica, Movisport che in questi giorni si accinge a vivere una nuova avventura. Un’avventura decisamente mitica, la “Dakar”, la maratona di auto moto e camion più famosa al mondo, che giunge alla sua 43^ edizione, dal 2 al 15 gennaio con partenza ed arrivo a Jeddah, in Arabia Saudita.
Movisport sarà al fianco di Cesare Zacchetti, pilota romagnolo di off-road, non nuovo ad impegni di forte impatto e di respiro internazionale, molto conosciuto tra i piloti “privati”, il quale sarà alla sua terza “Dakar”:
“Non c’è due senza tre! – argomenta Zacchetti, che ancora oggi, a 51 anni, è spinto da un grande spirito d’avventura - Faccio motocross da quando ho 15 anni, poi ho iniziato con i rally e la Dakar è il mito, il sogno, perché ti porta in posti davvero spettacolari, spesso preclusi ai più. Il bello di questa gara è proprio questo: ha il fascino dell’avventura di una gara in moto in posti inaccessibili o sconosciuti. Il percorso 2021 sulla carta mi piace perché sembra che abbia tappe un po’ più corte e quindi mi immagino che saranno meno veloci e più tecniche, più ‘impestate’ come diciamo noi. Questo significa anche che ci sarà da faticare e da stare ben attenti alla navigazione, ma è proprio questo il bello!”.
Come l’edizione del 2020 anche quella che partirà a breve si svolgerà in Arabia Saudita, ma il percorso risulta cambiato: non si affronterà più la Eastern Province, si procederà in senso antiorario e il finale non sarà più nella capitale Ryad ma a Jeddah. Inoltre ci si avvicinerà di più al confine settentrionale e quindi alla Giordania. Altre differenze riguardano le date e il cronometraggio: la prossima edizione scatterà con un prologo di 129 km di cui solo 11 km cronometrati e prevede 12 tappe (prologo escluso) per un totale di 7.646 km di cui 4.767 km cronometrati.
Il prologo di Jeddah si svolge a una trentina di chilometri dallo stadio intitolato a Re Abdullah ed è caratterizzato da piste sabbiose. Da lì alla bandiera a scacchi sarà lotta dura. (Alessandro Bugelli)