poi si ferma per un problema elettrico e finisce il sogno.
di MASSIMO CAMPI
Stagione 1980, l’Alfa Romeo di Carlo Chiti è in Formula Uno da tre anni, ma risultati pochi e tanti problemi. All’inizio una vettura nata vecchia, poi le varie evoluzioni, ma sono anche gli anni delle wing car ed il motore boxer è troppo largo per consentire un sufficiente carico aerodinamico nel sottoscocca. Ma l’Ing. Chiti non è un tipo che si arrende, la sua vulcanica mente sforna evoluzioni in continuo, nonostante si debba anche occupare degli aspetti politici della squadra.
La vettura del 1980 sembra nata bene, Bruno Giacomelli e Patrick Depailler sono i piloti ufficiali del biscione, ma la stagione inizia subito in salita con il francese che ha le gambe martoriate da un incidente in deltaplano. A Giacomelli tocca tutto il lavoro di sviluppo, ma il bresciano non si ferma e la 179 che monta il V12 di tre litri da buoni risultati, in Argentina è 5°, i miglioramenti rispetto alle stagioni precedenti sono tangibili. Ad Hockenheim però arriva il dramma proprio mentre l’Alfa inizia ad andare forte. Durante le prove alla vettura di Patrick Depailler cede una sospensione alla Ostkurve, l’impatto è tremendo, per il francese non c’è più nulla da fare.
Per la squadra milanese è un momento di sconforto, ma la Good Year porta nuove gomme, ed in Gran Bretagna, Bruno Giacomelli e tra i top six. Si inizia a parlare dell’Alfa come nuova forza del mondiale, ad Imola il bresciano manca la pole per poco, anzi per poca benzina con il motore che ratta a pochi metri dal traguardo.
Il giorno del riscatto è a Watkins Glen, il 5 ottobre, Gran Premio USA-Est. L’Alfa di Giacomelli vola nelle prove, è sua la pole mentre il giovane Andrea De Cesaris è decimo. Il bresciano precede il neo campione del mondo della Williams Alan Jones per soli 12 millesimi. Alla partenza Bruno Giacomelli brucia tutti, è primo ed al termine del primo giro Giacomelli precede Nelson Piquet, seguito da Carlos Reutemann, Didier Pironi, Elio de Angelis e Héctor Rebaque. Anche Alan Jones, partito quinto, esce dal tracciato e rientra in quattordicesima posizione iniziando una poderosa rimonta che lo porta in ottava posizione già al quarto giro. Giacomelli continua intanto a dominare la gara, tanto che dopo 21 giri il suo margine è di dieci secondi. Carlos Reutemann battaglia con Nelson Piquet, in crisi con le gomme, per il terzo posto mentre Jones passa anche de Angelis, conquistando la quinta posizione.
Piquet si gira per le gomme al 26° giro e si ritrova quindicesimo, ha una minigonna danneggiata e si deve ritirare. Tre giri dopo Jones passa anche Didier Pironi in crisi con le gomme, è terzo. Jones è un missile e al 30º giro passa anche il compagno di scuderia Reutemann che soffre di sottosterzo, per un problema all’anteriore sinistra, ma Giacomelli continua indisturbato a dominare la gara fino al fatidico 32° giro quando il suo V12 ammutolisce per colpa di una bobina elettrica da poche lire.
È la fine del sogno, Jones vince la gara, per l’Alfa sembra solo un incidente di percorso, semplice sfortuna, ma in seguito le cose cambiano e nel 1981 la competitività dell’Alfa diminuisce iniziando un lento declino.
Foto Actualfoto - ph. Raul Zacchè