lunedì 3 febbraio 2020

AD AUTOMOTORETRO’ UN PREMIO A FULVIO MARIA BALLABIO PER I SUOI 50 ANNI NEL MOTORSPORT


Una vita per i motori, come pilota e costruttore. Questa in due parole potrebbe essere la biografia di Fulvio Maria Ballabio, che ha ricevuto ad Automotoretrò un premio per i suoi 50 anni spesi nel mondo dei motori. Di tutti i tipi: kart, moto, auto, motoscafi Off-Shore; tanto da diventare pilota professionista e poi costruttore della prima vettura GT stradale al mondo, in fibra di carbonio: la Montecarlo Automobile Centenaire nel 1989. Per questo in occasione del Salone piemontese si è assegnato un riconoscimento anche a Guglielmo Bellasi, quale produttore della scocca della Montecarlo Centenaire.

Fulvio Maria Ballabio - classe 1954 - nasce a Milano, ma da quasi 40 vive e lavora nel Principato di Monaco dove svolge anche attività diplomatiche, tanto da essere considerato italo/monegasco e soprannominato ”il Console volante”.
La sua carriera inizia nel 1970 nel motocross, con numerose vittorie nelle categorie formative in sella a varie marche tra cui Ancillotti, CZ, Gerosa, KTM e altre ancora, ma quella alla quale resta più legato è senza dubbio la milanese Moto Mazzilli, con cui partecipa anche a prestigiose gare di regolarità come la mitica “Valli Bergamasche”.
Dopo le fondamentali esperienze con i kart, raggiunta l’età per la patente, il fascino delle quattro ruote si fa sempre più forte e Ballabio debutta nei rally, inizialmente come navigatore, poi mettendosi direttamente al volante con discreti risultati. Arriva a guidare una Skoda ufficiale e una Ferrari 308 Gr. 4 al Rally Di Monza del 1983.

Dai rally, il passaggio alle monoposto è presto fatto, seguendo tutta la classica trafila di quei tempi: dalla piccola Formula Monza, alla F.Ford, poi via via in F.2000 e F.3, dove arrivano i primi successi in ambito nazionale, come la vittoria a Monza. E’ la pista la vera passione di Ballabio, e la sua crescita professionale continua con il passaggio nel Campionato Europeo di F.2 nel 1983 con Merzario e AGS, con la quale entra più volte in zona punti. Risultati che creano la possibilità di firmare un contratto per correre in F.1 nel 1984 con la Spirit/Hart Turbo in coppia con Emerson Fittipaldi.
Gareggia nel Turismo in Argentina e debutta nelle corse Endurance con Sauber in Giappone. Corre anche con vetture Alba e continua la sua carriera negli USA, in IMSA, nel team MOMO di Giampiero Moretti. Nelle gare di durata passa presto alla guida della leggendaria Porsche 956, con la quale nel 1986 è 5° nella 24 Ore di Le Mans, per non citare gli altri piazzamenti prestigiosi come il 4° posto nella 1000 Km del Nürburgring. Il suo amore per l’Endurance e le vetture Sport Prototipo sono molto forti, tanto da continuare a correrci in diverse situazioni negli anni successivi. Fino ad arrivare al ritorno a tempo pieno sempre con Porsche e livrea Martini, nel 1995 e ’96, cui fanno seguito successivi impegni con Centenari, Courage e Osella. A Le Mans partecipa non solo come pilota, ma anche come costruttore, quando nel 1993 schiera la MIG derivata dalla Montecarlo Centenaire, con motore realizzato da Carlo Chiti: il suo pilota Peo Consonni raggiunge la velocità record per quagli anni di 354 km/h sul rettifilo dell’Hunaudières.

1985 e 1986 sono anche gli anni della F.3000, dove Ballabio porta per la prima volta in pista a Imola la Montecarlo GP01, mentre il triennio successivo dall’87 al ’90 lo vede impegnato nel Campionato CART di F.Indy. Inoltre, con la sua Lola si afferma in una sfida contro le F.1 al Motorshow di Bologna.
Oltre all’asfalto c’è però lo sterrato e nel 1986 Ballabio partecipa alla Parigi-Dakar. Cosa manca? Il mare. Infatti il mondo della valocità per Fulvio Maria Ballabio non conosce confini e superfici. Una parte importante della sua carriera lo vede cimentarsi nell’Off-Shore, dove si consacra Campione del Mondiale IPA a Key West nel 1987 dopo aver vinto ben 9 gare su 12 arrivi. Due Viareggio-Bastia-Viareggio e altri successi a Montecarlo, St. Tropez, Guernsey, Portofino, anche con barche della marca da lui fondata. Il legame con il mondo della nautica ha portato infatti alla nascita di Montecarlo Marine, brand attivo nel settore degli yacht.
Successivamente Ballabio si è anche cimentato nell’organizzazione di eventi motoristici. Tra di essi, nei primi anni novanta ha organizzato e anche vinto la World Cup di kart (250 cc) riservata a campioni della F.1 e F.Indy, davanti ai colleghi Fangio, Merzario, Rebaque, Forini, Keegan, Amati e altri ancora.

Le automobili GT restano però la vera passione e Ballabio ha avuto la possibilità di coronare un sogno, quello di costruire una gran turismo stradale monegasca. Tra i tanti impegni agonistici, nel 1989 si trova il tempo per presentare la Centenaire, realizzata dalla Montecarlo Automobile, la prima Casa automobilistica monegasca da lui stesso fondata. La vettura viene progettata con la collaborazione di Carlo Chiti e Guglielmo Bellasi, che realizza la scocca in carbonio. Si tratta della prima supercar stradale al mondo ad essere prodotta integralmente in fibra di carbonio. Proprio l’uso del carbonio e dei materiali compositi, da trentacinque anni a questa parte sempre lavorati dai partner Guglielmo e Roberto Bellasi, contraddistinguono i modelli MCA.

Questa attività di costruttore di nicchia, producendo esemplari in serie limitata, continua ancora oggi. Lo scorso anno ha visto la luce la TECNO Nanni Galli V8 Ecoracing a GPL, dedicata al pilota più legato alla Casa bolognese, recentemente scomparso. Una GT moderna, da corsa e stradale, sempre realizzata in carbonio, spinta da un motore Alfa Romeo V8 4.7 da 503 CV di derivazione Maserati con alimentazione monofuel a GPL. Il glorioso marchio TECNO ha infatti stretto un rapporto di collaborazione con Montecarlo Automobile per la produzione di supercar TECNOlogiche a energie alternative, con l’obiettivo di arrivare a zero emissioni.
Montecarlo Automobile sta invece lavorando direttamente alla produzione della nuova Centenaire del terzo millennio, una hypercar con motore Alfa Romeo V8 che vedrà la luce nei prossimi mesi, grazie anche a nuove partnership internazionali.
Ballabio da anni corre e collauda i vari sistemi per ridurre l’inquinamento da Co2, lavorando sui diversi tipi di alimentazione anche nel motorsport, tanto da arrivare a realizzare la MCA Quadrifuel e portare alla vittoria l’Alfa Romeo Giulietta negli Ecorally.

In verita non sono molti i piloti così poliedrici, capaci di passare da una categoria all’altra e da una disciplina all’altra, con esperienze tanto diverse ed importanti in competizioni in tutto il mondo, tra Europa, Americhe, Caraibi, Asia. Pochi hanno saputo cimentarsi nel doppio ruolo di piloti e costruttori e di presentarsi anche a Le Mans in queste vesti.
Nella sua lunga avventura con i motori, Ballabio ha vinto dove ha desiderato di più: nella sua Monza in F.3, in Motonautica nella sua Montecarlo, a Bogotà dove era Console in kart ed Endurance, e ha iscritto il proprio nome nelle entry list dei circuiti più noti al mondo. Ora, anche se ha ridotto sensibilmente i propri impegni, è comunque un pilota sempre in attività. Non ha appeso il casco al chiodo!

Il 65enne Fulvio Maria Ballabio oggi vive a Monaco e, dopo il primogenito David di 10 anni, ha avuto il secondo figlio Josef-Milan dalla moglie Desa. Si dichiara felice delle sua carriera, ma ancor di più della sua famiglia.
In futuro continuerà ad occuparsi di Energie Alternative e costruire auto da 350 km/h! Una Monte Carlo Automobile Ecologica da 1100 HP, abbinata magari una Montecarlo City…

A Torino, il premio alla carriera in occasione di Automotoretrò, dove Montecarlo Automobile era presente con proprio stand, gli è stato consegnato dall’attore Remo Girone, che ha interpretato Enzo Ferrari nel film “Le Mans ‘66”. In fondo, la storia di Ballabio non ricorda un po’ quella di Carroll Shelby?