La più "anziana" tra quelle esposte a Padova sarà la Ferrari 166 Mille Miglia carrozzata Touring del 1950 che fu di Gianni Agnelli, poi venduta in Belgio e, in seguito, portata in gara da Olivier Gendebien. Successivamente di proprietà del grande collezionista Ferrari ed ex pilota di Formula 1 Jacques Swaters, l'auto viene esposta al MoMA di New York e alla Nationalgallerie di Berlino come modello di design italiano. Nel 2015 è una delle vedettes del Concorso d'Eleganza di Villa d'Este. Si tratta di un modello particolare anche perché è legato alla nascita stessa del nomignolo "barchetta". È infatti proprio Agnelli, al cospetto delle forme levigate della 166MM esposta al Salone di Torino del 1948, ad esclamare «Ma questa non è una macchina; è una barchetta!». Un commento prontamente registrato dal giornalista sportivo Giovanni Canestrini (uno dei creatori della Mille Miglia) e poi ripreso da Bianchi Anderloni (patron della Carrozzeria Touring di Milano) per definire la versione scoperta della 166 MM, realizzata per la Mille Miglia del 1949.
Da allora il termine "barchetta" è entrato nella storia dei motori finendo per indicare l'intera categoria delle scoperte da corsa, ed è stato ripreso in tempi recenti per modelli esclusivi prodotti in serie limitata. All'estremo temporale opposto della mostra ci sarà una delle ultimissime Ferrari Barchetta, la SP Monza, capostipite di un nuovo concetto di serie limitata made in Maranello denominato 'Icona' e ispirato alle leggende degli anni 50, fondendo tecnologia avanzata e design evocativo.
Tra la 166 MM e la nuova Monza, tanti esemplari rari e dal palmarès incredibile esposti al Padiglione 3 di Auto e Moto d'Epoca presso l'Arena ACI. Tra questi: la 340 MM Vignale vincitrice alla Mille Miglia del 1953, la 375 MM Pininfarina, uno dei quattro esemplari mai costruiti di 857 S, la Ferrari 750 Monza, la 500 Mondial, fino alla youngtimer 550 Barchetta. Tutte con una storia da raccontare, a Padova, per far battere ancora tanti cuori a ritmo di corsa.