> di Massimo Campi
Era l’ultimo degli anni ’70, un decennio
indimenticabile per il motorsport e per la Ferrari che conquistava doppio
titolo, piloti e costruttori, con Jody
Scheckter e la 312 T4. Il terzo mondiale degli anni ’70, con il primo
fantastico bis di Niki Lauda che ha
riportato la rossa al ruolo di grande protagonista.
L’immagine va a quel trionfo sulla pista nazionale, l’Autodromo di Monza, con il sudafricano
che passa sotto la bandiera a scacchi suggellando il risultato ambito e Gilles Villeneuve, il canadese volante,
la nuova grande scommessa di Enzo
Ferrari, a coprirgli le spalle e già pronto per i nuovi successi ed un
futuro titolo mondiale che mai arriverà.
Monza 1979, non è una semplice gara, ma la festa, il
trionfo in rosso, con Williams, Ligier
e soprattutto la Renault Turbo che
sono serie minacce per le vetture di Maranello al via, ma dopo metà gara sono
le Ferrari a fare passerella fin sotto il podio. Gilles Villeneuve obbedisce
agli ordini di scuderia, non attacca l’amico leader del mondiale, gli lascia
cogliere il doppio trionfo scortandolo da bravo secondo verso la vittoria
matematica del titolo.
Jody Scheckter è al suo primo anno con la rossa, e non
fallisce il colpo. La 312 T4 con quella carrozzeria larga e piatta rappresenta
l’apoteosi del 12 cilindri boxer di Mauro Forghieri. Con anche i risultati del
canadese volante, protagonista di gare sempre all’insegna della massima
competitività, come quel fantastico duello con Renè Arnoux a Digione, la Ferrari conquista anche la doppietta nel
titolo mondiale.
La Ferrari aveva iniziato in sordina il mondiale 1979,
con la con Jaques Laffitte e la
Ligier che vincono le prime gare candidandosi per il mondiale. Dal GP del
Sudafrica, la gara di casa di Scheckter, le cose cambiano e la creatura di Mauro Forghieri diventa la
protagonista. I due piloti rossi finiscono sul podio, le rimanenti gare sono
sempre all’insegna del risultato finale, ed arrivano anche le vittorie in
Belgio e Monaco che portano il sudafricano in testa al mondiale. La nuova
minaccia si chiama Renault con il
suo sei cilindri turbo. La gialla vince in Francia con Depailler, mentre
Villeneuve ed Arnuox con l’altra si divertono a suon di ruotate per il secondo
gradino del podio in quel duello che rimarrà una icona di lotta sportiva. Nella
seconda parte della stagione tocca alla Williams
il nuovo ruolo di vettura veloce, molto a suo agio nei tracciati ad alta media
sul giro con la FW07, monoposto ad effetto suolo progettata da Patrick Head che ottiene la sua prima
vittoria con Clay Regazzoni in Gran
Bretagna. Scheckter da attaccante diventa calcolatore, sempre puntando ai
punti ed è così che conquista con una gara di anticipo l’ambito trofeo sulla
pista lombarda.
Il 1979 è la fine di un favoloso decennio che ha visto
la Formula Uno crescere in modo esponenziale nella sua fama mondiale. Tutto era
iniziato con le vetture ancora strette e lunghe ed il motore DFV Cosworth a fare la parte del leone.
Iniziava il decennio delle kit cars, vetture costruite dai “garagisti” inglesi
con motori, cambi, sospensioni, freni tutti uguali, mentre rimaneva solamente
la Ferrari fuori dall’unanime coro tecnico con il 12 cilindri piatto. Nell’arco
di poco tempo tutto è cambiato, le monoposto da lunghe e strette sono diventate
corte e larghe come la Ferrari 312 della
serie T, con il cambio trasversale, l’arma che ha reso possibile i due mondiali
di Niki Lauda. Poi ci ha pensato il genio di Colin Chapman a scoprire l’effetto suolo, con l’aerodinamica che
diventava molto più importante della potenza meccanica. Infine ci pensa la
Renault con il suo sei cilindri sovralimentato, ancora acerbo nel 1979, ma già
pronto a divenire la tecnologia del futuro.
Sono passate 40 stagioni da allora, il 1979 è stata,
nella storia della categoria, la 30ª ad assegnare il Campionato Piloti e
la 22ª ad assegnare il Campionato Costruttori. È
iniziata il 21 gennaio e terminata il 7 ottobre, con 15 gare per assegnare il
sesto titolo costruttori alla Scuderia del Cavallino Rampante e l’unico titolo
piloti a Jody Scheckter che pago del risultato continuerà per un’altra stagione, sempre più demotivato, prima del ritiro definitivo. Con il nuovo
decennio, gli anni ’80, la massima categoria dell’automobilismo diventerà
sempre più fenomeno mondiale. Si cambia ancora registro, arriveranno i grandi
costruttori, oltre a Renault anche Honda
e BMW, i nuovi piloti come Prost e
Senna futuri protagonisti, e tutto quel successo è come se fosse iniziato
proprio da quella festa tinta di rosso a Monza ’79. Massimo Campi