Sulla base dei dati del Pubblico Registro Automobilistico, il numero di autoveicoli con anzianità tra i 20 e i 29 anni, circolanti al 31 dicembre 2018, è pari a circa 3.800.000 auto, mentre gli autoveicoli con anzianità superiore ai 30 anni supera i 2.600.000.
Non è evidentemente ragionevole pensare che nel prossimo futuro tutti i veicoli con anzianità compresa tra i 20 e i 29 anni possano considerarsi di
interesse storico.
Questi numeri appaiono ancora più rilevanti analizzando i recenti dati
presentati nell’Annuario Statistico ACI 2018, che indicano un incremento e un
invecchiamento del parco circolante in Italia.
In particolare, si evidenzia come il parco veicolare sia cresciuto
di 670.000 unità nel 2018, con un incremento dell’1,3% rispetto al 2017,
per un totale di 51,6 milioni di mezzi. Le auto sono passate da 38,5 a 39
milioni e le moto da 6,7 a 6,8 milioni.
Il dato di particolare rilievo sul fronte del motorismo storico è
rappresentato dalla crescita dell’età media: 14 anni e 4 mesi per le auto a
benzina, 9 anni e 8 mesi per le diesel. Il 56% delle quattro ruote circolanti
ha più di dieci anni e le Euro 0 sono il 9,5% del totale (con punte ben
maggiori in Campania e Calabria).
Analizzando i dati del Pubblico Registro Automobilistico, nel
2018 delle 1,5 milioni di auto radiate per esportazione o demolizione, solo il
5,3% sono Euro 0 e Euro 1, pari all’1,7% delle auto più inquinanti ancora in
circolazione.
È evidentemente necessario rinnovare con forza il parco circolante,
supportando la sostituzione di vetture semplicemente “vecchie” e senza alcun
valore storico o caratteristiche meritevoli di particolare salvaguardia, che
sono circolanti ancora oggi in grande numero e che sono per lo più utilizzate
abitualmente per esigenze quotidiane di mobilità. D’altro lato è necessario
individuare con precisione e attenzione, sulla base di una “Lista di
Salvaguardia”, quei modelli di vetture di effettivo interesse
storico-collezionistico, che rappresentano una piccola percentuale del totale
parco circolante di vetture ultra-ventennali, e che vada a circoscrivere
a circa 380.000, rispetto al totale di 3,8 milioni, il numero delle
vetture fra i 20 e i 29 anni da considerare di interesse
storico-collezionistico
In questo modo sarà più ragionevole e praticabile la strada della tutela
del parco circolante di vetture storiche oltre i 20 anni di età, tramite agevolazioni
fiscali e deroghe sui blocchi alla circolazione. Ciò, con un impatto a questo
punto trascurabile sia dal punto di vista ambientale, per via del
ridotto numero di vetture e dell’utilizzo limitato che i proprietari ne
fanno, sia economico sui conti dello Stato, sempre per via del
numero molto ridotto, rispetto al totale vetture ultraventennali, delle vetture
incluse nella Lista di Salvaguardia. Allo stesso tempo si manterrà vivo non
solo il patrimonio storico e culturale del mondo dei veicoli d’epoca, ma anche
l’indotto economico e occupazionale da esso generato.
“Oggi qualsiasi auto che ha più di vent’anni può diventare vettura d’epoca; per una Punto qualsiasi basta aprire una pratica da circa 150 euro, farsi rilasciare il certificato di rilevanza storica dall’ASI e il gioco è fatto. Senza veri controlli di qualità si godrà di un notevole risparmio sul bollo e si sarà incoraggiati a non cambiare automobili che il più delle volte non hanno un reale valore storico”, ha dichiarato il Presidente dell’Automobile Club d’Italia Angelo Sticchi Damiani alla conferenza stampa di presentazione della 72° Coppa d’Oro delle Dolomiti. “È necessario stringere le norme per le iscrizioni al registro della auto storiche, perché' solo 380.000 dei 3,8 milioni di autoveicoli dai 20 ai 29 anni oggi circolanti in Italia hanno un reale valore storico. Gli altri 3,4 milioni circa sono solo auto vecchie, poco sicure, che girano tutti i giorni, inquinano e vanno rottamate".