André Lefebvre, l’ingegnere capo che seguì il progetto della DS, aveva una formazione di tipo aeronautico e proveniva dalla Voisin, la fabbrica che produsse oltre 10.000 aerei per l’aviazione francese nella Grande Guerra. Al termine del conflitto, Gabriel Voisin si dedicò al settore delle auto di lusso, realizzando alcuni capolavori assoluti realizzati con le stesse tecnologie impiegate nella produzione dei velivoli.
La crisi del ‘29 colpì duramente i veicoli di lusso e all’inizio degli anni ‘30 Voisin suggerì ad André Citroën la possibilità di assumere il migliore dei suoi tecnici: André Lefebvre, che avrebbe regalato al Double Chevron auto del calibro della Traction Avant, la 2CV ed ovviamente la DS 19.
Per quest’ultima, Lefebvre aveva idee straordinariamente chiare: struttura leggera, fatta con materiali come l’alluminio e la vetroresina, baricentro molto basso, sotto all’asse delle ruote, per una eccezionale tenuta di strada, massa compresa per la gran parte tra i due assali, con prevalenza sulle ruote anteriori che erano motrici e direzionali ed infine, ma non per ultima, una formidabile profilatura aerodinamica, che garantisse al medesimo tempo una “deportanza” significativa a vantaggio dell’aderenza al suolo ed un coefficiente di penetrazione nell’aria molto basso, utile al raggiungimento di una elevata velocità di punta ed una riduzione sui consumi.
Gli studi sulla profilatura della DS iniziarono già alla fine del ‘37, utilizzando come modello la sagoma della Traction Avant, proseguirono poi durante la seconda guerra mondiale per approdare ad una forma a goccia d’acqua, con la parte posteriore più stretta dell’anteriore, alla fine degli anni ‘40.
La forma definitiva della parte anteriore fu tracciata nel ‘53 mentre quella del posteriore fu definita all’inizio del 1955, tanto che le prime DS, nell’indisponibilità delle linee di montaggio, furono costruite praticamente a mano.
Per preservare l’assoluta segretezza richiesta dai protocolli dell’epoca, Citroën effettuò tutti i test preliminari nei propri laboratori. L’ONERA (la “NASA francese”) ebbe modo di provare un modello in scala della DS nel proprio tunnel idrodinamico solo nel 1964 e non poté fare a meno di confermare l’eccezionalità del lavoro di Lefebvre, con un CX molto inferiore a 0,4, valore per l’epoca assolutamente straordinario.
Con poco più di settanta cavalli, la DS 19 superava i 140 chilometri all’ora e quando la potenza crebbe intorno ai 140 cavalli, le ultime DS 23 i.e. sfiorarono i 200 chilometri orari.