> di Luciano Passoni
Le moto che passano sull’uscio di casa, la Milano-Taranto è ancora viva nel ricordo di molti “meregnanini”, appassionati e no, che attendevano il passaggio dei più celebrati campioni motociclisti dell’epoca. Dalla prima edizione, quando raggiungeva “solo” Napoli, le interruzioni e poi la ripresa, sino ai primi anni ’50, mentre nelle ultime edizioni il percorso era sulla Paullese verso il cremasco. Attesa spesso premiata dalle partecipazioni anche di qualche concittadino: sono almeno quattro quelli di cui abbiamo certezza, Natale e Sigfrido Boneschi, Enrico Lazzari e “Richino” Prinelli, l’unico ad avere concluso in ottima posizione, V° di classe nel 1954 con una Moto Guzzi 500, in 15h 47m 16s. Una manifestazione che ha acceso il desiderio di entrare nel vivo della leggenda, sfogliando riviste e giornali dell’epoca e raccogliendo i racconti di quanti possono dire “io c’ero”.
Così rinasce una storia dimenticata e una preziosa collaborazione. Dal libro "Melegnano Motori" viene l’idea di una iniziativa che ricordi uno dei ragazzi che vissero la corsa come un sogno e un’avventura, inseguendo la meteora della celebrità. Uno dei tanti campioni più di coraggio che di risultati, assente dai grossi titoli dei giornali a celebrarne le gesta. Nasce il Memorial Giovanni Agosti 1938-2018, ricordo di questo sfortunato ragazzo che è vittima di un incidente proprio alle porte di Melegnano. Entusiastico e sollecito l’interesse degli organizzatori della rievocazione storica della corsa. Tutto lo staff accoglie l’idea e noi con grande cortesia e familiarità, prova diretta che lo spirito con il quale nasce questa manifestazione, giunta alla 32esima edizione, non è una semplice “passeggiata” sulle tracce del passato, ma vuole essere un “abbraccio” alla gloria delle aziende e degli uomini che hanno dato al nostro Paese benessere e progresso. Un grande lavoro compiuto, in tutti questi anni, dal Moto Club Veteran San Martino (PG), nella persona del patron Franco Sabatini, la sua meravigliosa famiglia ed i numerosi collaboratori.
Viviamo con loro le operazioni di partenza, respiriamo l’aria di una calda giornata in riva all’Idroscalo di Milano, sede di partenza, condividiamo la storia con gli oltre 200 cavalieri del coraggio, che affronteranno i 1854 km dell’odierna edizione. Passeggiamo tra i raggi delle ruote, la voce dei motori, trattenuta a stento dalle marmitte cromate, olio e benzina che impregnano l’aria con un profumo antico, tra caschetti di pelle e occhialoni con l’elastico, tra tute nere che faticano sull’avviamento a leva e poi s’improvvisano nella classica e ormai dimenticata “spinta”.
Non sono esagerate ma meritate le sperticate “lodi” ai “centauri” e agli organizzatori della kermesse, tanti uomini ma anche tante donne, in maggioranza non più giovanissimi, anche se quest’anno vede al via un quattordicenne, ovviamente con un classico “motorino” 48cc (Itom). Questo aumenta la nostra ammirazione, affrontare questa distanza, anche se l’andatura sarà “turistica”, con un Guzzino 65cc del 1954 o con il più potente Guzzi Falcone 500cc del 1955, da semplici osservatori non resta che dire “giù il cappello”, anzi “giù il casco”.
I nomi sono quelli classici di una industria motociclistica italiana che vive nel mito, Gilera, Moto Guzzi, Mv Agusta, Bianchi, Piaggio, ecc. ecc., mentre i Provini, Serafini,Aldrighetti, Venturi, Pagani e Ascari sono sostituiti dai tanti signori Rossi (ci è venuto questo come nome comune) di tutto lo stivale. Insieme a loro numerosissimi stranieri, Svizzera, Germania. Olanda, Austria, Usa, Gran Bretagna, Lussemburgo, Monaco e Hong Kong, questi ultimi con moto sia italiane che straniere, con le immancabili Norton e Bmw su tutte.
Una piacevole “babele” che però non lascia spazio alla improvvisazione e alla confusione, ma porta con sé l’orgoglio dello spirito sportivo di una partecipazione legata indissolubilmente alla pura passione.
Dopo la premiazione che ci vede protagonisti, insieme al Moto Club Vizzolo e Dermille Cibolini, cremonese come Agosti, classe 1933, che ha al suo attivo la partecipazione come pilota ufficiale Gilera a quattro Mi-Ta e tre Giri d’Italia, dal 1954 al 1956, con le targhe assegnate a Marco Fiorini di Crema, Marc Mezey di Hong Kong e il Registro Storico Gilera, cominciano le partenze, scaglionate come tradizione. I concorrenti scompaiono così nel buio della notte inseguiti da un lungo e caloroso applauso che li accompagnerà sino all’arrivo, trai mille paesi e le mille curve, a cospetto dei panorami di un’Italia che mostra e dona ai contendenti, non avversari ma “amici” di una straordinaria avventura, il meglio di sé. L’onore inaspettato dello sventolio del tricolore quale starter di partenza, porta il pensiero e l’omaggio a Giovanni, Natale, Sigfrido, Enrico e “Richino” che ci hanno preceduto. Ci sembra di partire con loro, con rispetto, devozione e umiltà ci immergiamo, con questi eroi irraggiungibili, nelle stelle di questa notte italiana.
- Foto Michele Bernabovi
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