venerdì 15 giugno 2018

Bilancio positivo per la Modena Cento Ore 2018


L'edizione 2018 della Modena Cento Ore va in archivio con la vittoria degli inglesi Philip Walker - Miles Griffiths a bordo di una Jaguar E-Type del 1964, ormai habitué al podio. Tra le dame, ha sbaragliato la concorrenza l’equipaggio di Daniela Ellerbrock - Jackie Rohwer su Alfa Romeo Giulia Sprint GTA del 1965, mentre per la regolarità ha prevalso l’equipaggio di Joelle Housseau - Aude Moreau con la Ferrari Dino 246 GT del 1972. Sul primo gradino del podio, per la sezione regolarità, è salito l’equipaggio 104: Ernst Schroeder - Philipp Ruppell su Porsche 356 B, 1961.

Sempre per quanto riguarda la regolarità, il primo team classificato è quello della AC Owners Club, capitanato dalla AC ACE Bristol del 1959, di proprietà di Bertie Gilbart-Smith - Simon Kelly. Una bellissima storia ha fatto da cornice a questo vincitore: la vettura, infatti, è di proprietà Bertie Gilbart Smith
 dal 1964, quando ha lasciato l’officina scozzese dove ne veniva fatta la manutenzione da parte di un giovane meccanico che lavorava nel garage di famiglia, Sir Jackie Stewart. Da sottolineare, che questa vettura è arrivata su strada dall’Inghilterra, totalizzando 1.600 Km prima della gara, e a cui si aggiungeranno quelli del ritorno nei prossimi giorni. 

Come sempre è interessante osservare “l’index of performance”, cioè la classifica compensata, che ha visto incredibilmente al terzo posto una delle vetture più belle iscritte alla Modena Cento Ore 2018: la Ferrari 212 Export berlinetta Touring del 1952 di Martin Halusa e Susanne Halusa. 
Il livello delle auto che hanno partecipato è degno dei più importanti concorsi d’eleganza, con un’unica differenza: la Modena Cento Ore permette a queste meravigliose vetture di essere mostrate in movimento e di portare in giro per i luoghi più belli d’Italia un perfetto museo automobilistico. 
Vi sono emozioni che è difficile trasferire, ma l’applauso durante la proiezione del filmato girato durante il passaggio sulla sopraelevata di Monza, ha chiaramente mostrato come il simbolo di questa diciassettesima edizione possa proprio essere Monza e la sua sopraelevata. 
La classifica finale dimostra anche che non c’è stato un modello favorito rispetto agli altri: certe piste hanno privilegiato le vetture più potenti, certe altre quelle più agili, mentre le prove speciali in salita hanno permesso ad altri modelli di primeggiare. 
Esemplare il fatto che, dopo quattro giorni di gare, all’ingresso dell’ultima prova in circuito, il distacco tra il primo e il secondo fosse di soli 0.4 secondi. 

Da domani la Ferrari 250 SWB “SEFAC”, una delle sole sei Shelby Cobra Daytona Coupé prodotte (tra l’altro acquistata direttamente dallo stesso Carrol Shelby), la Jaguar E Type Lightweight o la Ferrari 365 GTB/4 “Daytona” Gruppo 4, ex Ecurie Francorchamp, assieme alle amatissime e spettacolari barchette sport, rappresentate nella loro produzione da due Maserati 250S del 1957 torneranno nel silenzio dei loro garage. 

Un premio speciale è stato riservato ai team di meccanici, anche loro veri protagonisti della Modena Cento Ore. Il trofeo per il “Mechanical Miracle 2018”, è stato assegnato a Richard Walbyoff e Sarah Walbyoff, capaci di trovare, farsi spedire e sostituire il V8 della AC Shelby Cobra 289 del 1965 di Mark Freeman e Mike Ellis. Tutto questo, ovviamente, nello spazio di una sole notte in condizioni non proprio agevoli. 


I numeri della Modena Cento Ore, sono anche quest’anno da record: 

107 le vetture iscritte, (101 i partenti), selezionate tra le oltre 250 domande di partecipazione 

18 le Nazioni rappresentate dai 202 partecipanti provenienti da tutto il mondo: Inghilterra, Francia, Germania, Svizzera e altri Paesi dell’Europa, ma anche Stati Uniti, Brasile, Nuova Zelanda… 

19 le case automobilistiche presenti, con una rappresentanza equilibrata di Italiane (Ferrari e Alfa Romeo), Inglesi (Jaguar, Lotus, Ford), Tedesche (Porsche, Mercedes-Benz e BMW), e Americane (AC Shelby Cobra, Ford e Chevrolet) 
11 prove speciali su strada chiusa, 4 gare in circuito, 4 città arrivo di tappa 
832 km di gara in 4 giorni di guida 
Oltre 600 persone coinvolte a vario titolo nell’evento tra organizzazione, staff, ufficiali di gara, cronometristi, fotografi. 

QUI le foto della Modena Cento Ore al Monza Eni Circuit