FCA Heritage partecipa all’edizione 2017 dello Zoute Grand Prix, che andrà in scena dal 5 all’8 ottobre. Il brand che rappresenterà in Belgio la struttura nata per coordinare tutte le azioni di FCA nel mondo dell’automobilismo storico sarà Alfa Romeo: un’occasione per riaffermare un DNA sportivo assolutamente unico e ineguagliabile. FCA Heritage esporrà due preziosi esemplari provenienti dal Museo Storico Alfa Romeo: si tratta della Alfa Romeo 33 Spider Cuneo e della Giulia TZ2. Accanto a questi gioielli, presso il padiglione Alfa Romeo situato sulla diga di “Knokke” il pubblico potrà ammirare i più entusiasmanti modelli della gamma attuale: Stelvio, il primo SUV del brand, Giulia e 4C. Sul podio allestito presso la celebre Place Albert di Knokke, poi, gli sguardi saranno attirati dai veicoli più emblematici in tema di prestazioni e sportività: Giulia Quadrifoglio e Stelvio in allestimento Super, entrambi in livrea “Rosso Competizione”, che richiama la tradizione del marchio.
33 Spider Cuneo (1971)
Tra le vetture più importanti della storia di Alfa Romeo e dell’automobile in generale, un posto in prima fila nella griglia spetta alla 33 Stradale del 1967, una versione da strada della 33/2, concepita inizialmente per essere prodotta in 50 esemplari, di cui solo 18 hanno effettivamente visto la luce. Il potente motore V8 90° posto in posizione centrale all’interno di un futuristico telaio a traliccio e soprattutto la leggera carrozzeria in fibra di vetro “scolpita” dal maestro Franco Scaglione, un autentico capolavoro di eleganza e aggressività, costituivano i punti di forza di questa vettura. Dopo aver disegnato la P33 Roadster e la 33 Coupé Speciale, nel 1971 a Bruxelles Pininfarina presentò un’ultima interpretazione della struttura della Alfa Romeo 33 Stradale, creando la 33 Spider, che in azienda fu in seguito ribattezzata “Cuneo”. Il suo profilo ricorda infatti un cuneo, in linea con le nuove tendenze del design automobilistico: l’ampio parabrezza inclinato risalta insieme alla semplice barra stabilizzatrice, mentre i dettagli - incluso il logo Alfa Romeo - sono delle forme geometriche perfette. Il motore è posteriore longitudinale, da 1999 cm3, capace di erogare 230 CV a 8800 giri.
Giulia TZ 2 (1965)
Mentre la TZ stava dando grandi soddisfazioni all’azienda nella stagione 1964, nell’edizione del Salone dell’automobile di Torino di quello stesso anno presso lo stand della Carrozzeria Zagato venne esposta la sua logica evoluzione, la Giulia TZ 2 (il cui nome ufficiale rimase TZ), una vettura che, ancora oggi, merita un posto d’onore tra le Alfa Romeo che hanno fatto la storia delle competizioni automobilistiche. Il traliccio di tubi che costituiva il telaio, il fiore all’occhiello della TZ, era rimasto sostanzialmente invariato, ma ad esso si era aggiunta una leggera carrozzeria in fibra di vetro disegnata da Ercole Spada, con parti del telaio immerse nella resina per rendere l’intera struttura più rigida. A prima vista la TZ 2, pur mantenendo la forma del modello precedente, con la parte frontale aggettante e la parte superiore che seguiva una linea continua fino alla coda tronca, e con un ampio lunotto posteriore avvolgente, era in realtà più bassa, più armoniosa e più “robusta”, per un aspetto più dinamico. A parte la linea, le maggiori novità riguardavano le sospensioni, ora dotate di ammortizzatori verticali (una modifica che era stata introdotta anche sulla TZ) per fare spazio ai nuovi cerchi da 13”, che sostituivano i precedenti da 15”. Il motore quattro cilindri da 1570 cm3 con doppio albero a camme, alesaggio e corsa di 78x82 mm e lubrificazione a carter secco sviluppava una potenza massima di 170 CV a 7500 giri/min grazie alla doppia accensione e a un nuovo sistema di aspirazione dell’aria dinamico. Tra le altre caratteristiche tecniche della TZ 2 sono da menzionare il serbatoio da 100 l, i dischi dei freni sulle quattro ruote e una trasmissione a 5 marce più retromarcia che, a seconda del rapporto di cambio, consentiva alla vettura di raggiungere una velocità vicina ai 250 km/h. Grazie alla carrozzeria in fibra di vetro e a uno specifico programma di alleggerimento degli interni, la vettura era circa 40 kg più leggera rispetto alla TZ. Fin dal suo debutto in pista il 25 aprile 1965 nella Mille chilometri di Monza, la TZ 2 dimostrò di essere una vettura vincente, e guidata dal belga Lucien Bianchi ottenne la vittoria di categoria al Nürburgring nel 1966. Un altro successo sancisce il legame con il Belgio: la vittoria di categoria alla 1000 km del 1967 con l’equipaggio belga Trosch/Pilette.