Il 24° Trofeo Lodovico Scarfiotti, Sarnano - Sassotetto (19-21 Maggio) è pronto ed attende l’arrivo dei protagonisti del Campionato Italiano Velocità Montagna di cui è secondo round, oltre ai protagonisti del Campionato Italiano Velocità Salita Autostoriche, di cui è quarto appuntamento. L’Automobile Club Macerata e l’Associazione Sportiva AC Macerata hanno voluto il regolare svolgimento della gara, che vuole essere concreto volano di rilancio dell’intero territorio dei Monti Sibillini, provato dagli eventi sismici e metereologici dello scorso inverno. Gli organizzatori hanno al loro fianco le Amministrazioni locali che hanno dato vita anche a realtà dedicate alla competizione.
Il vice sindaco Stefano Censori coordina i volontari dell’associazione “Sarnano In Pista” per l’allestimento del percorso e delle aree paddock.
La Sarnano Corse del presidente David Medei, nata in città per l’entusiasmo della ripresa organizzativa del 2008 in pochi anni ha raggiunto un buon numero di licenziati, tutti del territorio, a conferma della lunga tradizione motoristica.
Particolarmente apprezzato il percorso, tra i più vari e tecnici con i suoi quasi 9 km che dalle porte di Sarnano si arrampicano fino in prossimità della vetta del Sassotetto, con una pendenza media del 7,65 per cento e un dislivello di 691 metri.
Il famoso percorso di gara è stato negli anni sessanta terreno d’allenamento di Lodovico Scarfiotti, due volte campione europeo della montagna.
Quattro volte il campionato europeo ha fatto tappa a Sarnano 1979 (vittoria di Mauro Nesti) - 1981 (Jean-Louis Bos) - 1983 (Rolf Goering) - 1985 (Mauro Nesti). Negli anni ottanta il percorso della cronoscalata è stato inserito più volte nel Giro d’Italia Automobilistico, che prevedeva prove su strada ed in circuito con grandi piloti al via.
Nel 2016 la vittoria sul bagnato fu di Simone Faggioli su Norma M20 FC Zytek, davanti a Merli su Osella FA 30 EVO RPE e Omar Magliona su Norma. Tra le autostoriche successo per Stefano Di Fulvio su Osella PA 9/90, con cui ha preceduto la gemella di Uberto Bonucci e la versione da 2000 cc del fratello Simone Di Fulvio.