Nelle province di Milano, Monza Brianza e Lodi dal 2013 al 2014 si è registrato un generale calo degli incidenti, dei morti e dei feriti. E' quanto emerge dai dati ACI-ISTAT sugli incidenti stradali diffusi oggi dall'Automobile Club Milano che segnala però un dato negativo, già espresso nel corso dell’annuale presentazione dei dati nazionali ACI ISTAT sull’incidentalità stradale: nel 2014 si è manifestata in alcuni casi un’inversione di tendenza rispetto al 2013 nella mortalità stradale, con un aumento delle vittime nei grandi centri urbani e a livello regionale.
“A Milano città, che pur è risultato in Italia il grande comune con i valori più bassi (e che nell’ultimo quinquennio ha ridotto mediamente le vittime di circa il 30 per cento) sono stati registrati rispetto all’anno precedente 10 vittime in più, nella Provincia di Monza Brianza 1, in tutta la Lombardia 10: sono dati – ha aggiunto La Russa - che
devono colpire ancor di più le nostre coscienze e impegnare tutti, dalle Amministrazioni competenti al singolo cittadino, sulla strada della prevenzione. Da parte nostra, come Automobile Club, intensificheremo ulteriormente le nostra attività di sensibilizzazione ed educazione alla sicurezza stradale. A questo riguardo avvieremo con il Comune di Milano azioni di sensibilizzazione volte a tutelare le utenze deboli e per ridurre la distrazione dei conducenti alla guida, a partire dal pericolosissimo utilizzo improprio dei cellulari”.
Intervenendo alla conferenza stampa l’assessore alla Mobilità del Comune di Milano, Pierfrancesco Maran ha detto: “A Milano gli incidenti sono diminuiti, l'indice di mortalità è tra i più bassi d'Italia, negli ultimi 5 anni il numero delle vittime è sceso del 30%. Questo non significa che bisogna abbassare la guardia, ma dimostra al contrario che dobbiamo continuare a perseguire con convinzione le politiche messe in campo dall'Amministrazione sul fronte della sicurezza stradale. Nel 2014 abbiamo installato 7 nuovi autovelox nelle strade più critiche, quest'anno abbiamo trasformato il centro e molti quartieri della città in zone 30, abbiamo creato nuove aree pedonali e zone a traffico limitato, stiamo continuando a investire nella realizzazione delle piste ciclabili. L'attenzione verso le utenze deboli è al centro delle nostre azioni ed è per questo che collaboreremo con ACI ad una campagna di sensibilizzazione verso gli automobilisti".
"Il numero di incidenti con feriti nel Comune di Milano ha invertito il trend di crescita che si registrava prima degli anni 2000 (+51% tra il 1997 e il 2001) con un - 50% a oggi rispetto al 2001 e con una media annua di decrescita del - 4.0% - ha dichiarato il comandante della Polizia locale Tullio Mastrangelo.- Nel 2014, sono stati rilevati 8.687 incidenti con feriti, registrando un ulteriore e importante decremento. Dal 2001 a oggi il numero dei decessi è sceso di circa il 50% e del 25% circa rispetto al 2010, data di riferimento imposta dalla UE. Il rispetto di alcuni comportamenti come la precedenza e la velocità hanno ridotto il numero degli urti frontali/laterali dove si registrano le conseguenze più gravi ma in crescita sono altri fenomeni che concorrono a caratterizzare l’incidentalità a Milano: la distrazione e l’uso del cellulare alla guida per questo ad esempio abbiamo di impiagare nuovi sistemi di telecontrollo in remoto della velocità, la riduzione degli incidenti stradali su quelle strade è stata ridotta del 77%. Un altro esempio significativo di controllo delle strade riguarda Expo. Circa 8 milioni di persone hanno usato mezzi su gomma per recarsi all'esposizione universale utilizzando la rete di strade ma grazie ad azioni sinergiche di operatività e infrastrutture non si è verificato alcun incidente".
Passando in rassegna le statistiche, a livello provinciale, Milano e Lodi hanno segnato una generale diminuzione: rispettivamente - 738 e - 66 incidenti, - 7 e – 11 morti, - 1.199 e - 77 feriti. La Provincia di Monza Brianza, invece, a fronte di una diminuzione dei sinistri, - 56, ha visto aumentare sia il numero di morti (+ 1) sia quello dei feriti (+ 35). Gli indici di mortalità e di gravità sono più alti nella Provincia di Lodi rispetto alle altre due province.
Per quanto riguarda i capoluoghi di provincia a Milano, dove nell’ultimo quinquennio si è ridotto il numero delle vittime di circa il 25 per cento e vi è uno degli indici di mortalità su strade urbane più bassi a livello nazionale (0,4), vi sono state 42 vittime nel 2014 e 32 e nel 2013, nel 2010 erano state 56. Calano invece gli incidenti e i feriti, rispettivamente – 402 e – 612. Nel Comune di Monza rimane inalterato il numero dei morti (4), aumentano i sinistri (+ 54) e i feriti (+ 24). Il Comune di Lodi può con soddisfazione sottolineare il risultato di nessuna vittima nel 2014 (erano stati 3 l’anno precedente); per contro sono aumentati gli incidenti (+ 14) e i feriti (+ 30).
Analizzando nel dettaglio il periodo in cui più frequentemente si verificano gli incidenti nelle nostre province, si scopre che il mese di maggio è quello caratterizzato da più sinistri e che in condizioni meteo non ottimali, pioggia e nebbia, si è più prudenti: nelle tre province, infatti, mediamente l’80 per cento degli incidenti avviene con tempo sereno.
Le giornate che registrano più incidenti sono il martedì e il venerdì per Milano, giovedì per Monza Brianza e il venerdì per Lodi. La fascia oraria più a rischio è per tutte e tre le province quella che va dalle 10 alle 17, tipicamente quella dei tratti casa-scuola-lavoro. Molto sensibile al tema degli incidenti in itinere, AC Milano ha realizzato un progetto, Muoversi in sicurezza 2.0 in partnership con Regione Lombardia e INAIL, proprio per la formazione dei conducenti lavoratori delle principali aziende della regione.
In diminuzione le vittime degli incidenti che accadono di notte (dalle 22 alle 6 del mattino), tipologia che si manifesta in prevalenza fuori città. Il maggior numero di vittime e feriti si ha durante il giorno e nella fascia di età fra i 35 e i 55 anni, indice dei positivi effetti delle tante campagne informative e di sensibilizzazione fatte sui giovani di fronte alle “stragi del sabato sera”.
In tutte le tre province i conducenti deceduti sono prevalentemente maschi over 65, e in provincia di Milano su 30 pedoni deceduti, ben 21 erano over 65. Parallelamente si è registrato in tutte le province un aumento fra i feriti del numero dei bambini sotto i 13 anni, segno che ancora non c’è un uso diffuso e consapevole dei sistemi di ritenuta.
Al riguardo La Russa ha citato i progetti “TrasportACI” e “A passo sicuro”, portati da anni nelle scuole e nei consultori per informare genitori e bimbi (dalla scuola materna alla scuola primaria), e le ulteriori iniziative che verranno concordate con il Comune di Milano per proteggere i cosiddetti utenti deboli della strada, passeggeri e pedoni.
Fra le cause principali dei sinistri risultano comportamenti quali il mancato rispetto della segnaletica orizzontale e/o verticale, delle precedenze e della distanza di sicurezza, oltre alla guida distratta indotta in particolare dal diffuso uso dei telefonini. Fra i veicoli coinvolti, le due ruote (moto e ciclomotori) risultano le più pericolose, così come i conducenti di biciclette sono i più vulnerabili (ad ogni incidente corrisponde praticamente quasi sempre un ferito). Negli incidenti sono coinvolti più spesso gli uomini (60 per cento).
Fra gli interventi da adottare con urgenza per innalzare i livelli di sicurezza, il vicepresidente Acm La Russa ha ricordato innanzitutto quanto proposto dall’Automobile Club d’Italia in fase di revisione del Codice della Strada: “Serve un nuovo Codice rivolto solo ai Conducenti con un numero limitato di articoli in modo che i comportamenti degli utenti della strada siano orientati e disciplinati con la massima chiarezza”. “Ed altrettanta chiarezza - ha proseguito il vicepresidente La Russa - è necessaria nella definizione dei limiti di velocità. Attualmente capita che nella stessa strada si alternino troppi limiti con il risultato di generare confusione e quindi insicurezza. L’ACI, su questa questione, auspica che nella stessa strada siano individuati solo due limiti di velocità, uno più alto e uno più basso, da alternare in relazione alle situazioni o condizioni di criticità.”
Ad esempio, in ambito urbano un valore minimo di 30 km/h e uno massimo di 50 km/h, in ambito extraurbano un valore minimo di 70 km/h e uno massimo di 90 km/h, in ambito autostradale un valore minimo di 110 km/h e uno massimo di 130 km/h.
Fondamentale resta la formazione pratica dei conducenti: è necessario integrare quanto abitualmente si insegna nella autoscuola, con corsi pratici che assicurino una tecnica di guida capace di prevenire e, se necessario, fronteggiare le situazioni di pericolo. Un costante aggiornamento di tutti i conducenti, dai neopatentati fino agli anziani, è l’obiettivo dell’Automobile Club d’Italia, che propone l’introduzione di corsi di guida obbligatoria per neopatentati che vogliano guidare veicoli di potenza superiore rispetto ai limiti generali previsti, per gli operatori professionali di settore, per gli automobilisti che frequentano i corsi di recupero punti in aggiunta alle lezioni già previste.
Il vicepresidente La Russa ha sottolineato infine “il ruolo fondamentale delle Forze dell’Ordine sia nell’azione preventiva che in quella repressiva delle infrazioni e ha ricordato come Aci stia seguendo con particolare attenzione sin dai primi passi l’iter del disegno di legge di introduzione del reato di omicidio stradale, il cui scopo è assicurare pene più severe per coloro che con i loro comportamenti alla guida hanno dimostrato un vero e proprio disprezzo per la vita umana”.
Fra le cause principali dei sinistri risultano comportamenti quali il mancato rispetto della segnaletica orizzontale e/o verticale, delle precedenze e della distanza di sicurezza, oltre alla guida distratta indotta in particolare dal diffuso uso dei telefonini. Fra i veicoli coinvolti, le due ruote (moto e ciclomotori) risultano le più pericolose, così come i conducenti di biciclette sono i più vulnerabili (ad ogni incidente corrisponde praticamente quasi sempre un ferito). Negli incidenti sono coinvolti più spesso gli uomini (60 per cento).
Fra gli interventi da adottare con urgenza per innalzare i livelli di sicurezza, il vicepresidente Acm La Russa ha ricordato innanzitutto quanto proposto dall’Automobile Club d’Italia in fase di revisione del Codice della Strada: “Serve un nuovo Codice rivolto solo ai Conducenti con un numero limitato di articoli in modo che i comportamenti degli utenti della strada siano orientati e disciplinati con la massima chiarezza”. “Ed altrettanta chiarezza - ha proseguito il vicepresidente La Russa - è necessaria nella definizione dei limiti di velocità. Attualmente capita che nella stessa strada si alternino troppi limiti con il risultato di generare confusione e quindi insicurezza. L’ACI, su questa questione, auspica che nella stessa strada siano individuati solo due limiti di velocità, uno più alto e uno più basso, da alternare in relazione alle situazioni o condizioni di criticità.”
Ad esempio, in ambito urbano un valore minimo di 30 km/h e uno massimo di 50 km/h, in ambito extraurbano un valore minimo di 70 km/h e uno massimo di 90 km/h, in ambito autostradale un valore minimo di 110 km/h e uno massimo di 130 km/h.
Fondamentale resta la formazione pratica dei conducenti: è necessario integrare quanto abitualmente si insegna nella autoscuola, con corsi pratici che assicurino una tecnica di guida capace di prevenire e, se necessario, fronteggiare le situazioni di pericolo. Un costante aggiornamento di tutti i conducenti, dai neopatentati fino agli anziani, è l’obiettivo dell’Automobile Club d’Italia, che propone l’introduzione di corsi di guida obbligatoria per neopatentati che vogliano guidare veicoli di potenza superiore rispetto ai limiti generali previsti, per gli operatori professionali di settore, per gli automobilisti che frequentano i corsi di recupero punti in aggiunta alle lezioni già previste.
Il vicepresidente La Russa ha sottolineato infine “il ruolo fondamentale delle Forze dell’Ordine sia nell’azione preventiva che in quella repressiva delle infrazioni e ha ricordato come Aci stia seguendo con particolare attenzione sin dai primi passi l’iter del disegno di legge di introduzione del reato di omicidio stradale, il cui scopo è assicurare pene più severe per coloro che con i loro comportamenti alla guida hanno dimostrato un vero e proprio disprezzo per la vita umana”.