Eugenio Castellotti nasce a Lodi il 10 ottobre 1930 da una famiglia aristocratica. Grazie alle ingenti possibilità economiche può coltivare la sua passione per le auto:a soli 20 anni infatti acquista una Ferrari 166S sportscar. Alto, dinoccolato,"il modello di self-control, di stile e di efficienza" fuori dalla pista, ferocemente competitivo, arrogante, eclettico e spregiudicato in pista. Un personaggio particolare, di difficile definizione a tutto tondo, che in pochi anni ha avuto tutto: denaro, successo,amore.
Fog
Nuvolari3000 Legend
Per molti era un giovinastro astuto, capace di entrare nel cuore dei tifosi come vera icona di pilota-archetipo, soprattutto dopo la scomparsa del suo carissimo amico Ascari.
In veste di pilota la sua specialità era la guida sul bagnato, il suo difetto più grande era l'incapacità di staccare il piede dall'acceleratore per conservare i pneumatici fino al traguardo.
La sua carriera da pilota inizia il 1°aprile 1951 con la scuderia Marzotto all'undicesimo Giro di Sicilia, ma il suo nome compare solo nella lista "ritirati".
Alla fine dello stesso mese comunque partecipa alla Mille Miglia con un il copilota Rota, e si trova a competere contro piloti già ben noti come Cortese e Marzotto.Anche qui comunque il risultato è scarsino: sesto nella sua categoria, cinquantesimo su tutti i partecipanti.
Nel 1952 la svolta, ed Eugenio inizia a collezionare le prime vittorie. Il 9 marzo ottiene il primo posto della sua categoria nel Giro di Sicilia, e 10 giorni dopo dà spettacolo alla Coppa d'oro di Siracusa in un faccia a faccia con Sighinolfi. Passa poi dalla Scuderia Marzotto alla Scuderia Guastalla e, nei primi 2 anni di carriera si trova a guidare tutte le migliori auto sportive sul mercato.
Alla sua seconda Mille Miglia finalmente sfida i più grandi nella loro stessa categoria (nei 225 S/N 0166) Taruffi, Biondetti, Bracco, Faglioli,e in più tre Mercedes 300 SL. Rimane per un pò secondo dietro il vincitore Kling su Mercedes, ma non dura molto.
Basta a mostrare davvero le sue doti di pilota e per essere definito il degno successore di Ascari. Inoltre si guadagna un ingaggio autorevole: la Lancia lo chiama per la Carrera Panamericana del 1953. Arriva terzo dietro Juan Manuel Fangio e Piero Taruffi. In più vince la 10 ore di Messina. Ormai Castellotti è negli albi della storia dell'automobilismo. Ed è solo l'inizio!
Il 1954 è un anno no, come per Ascari, suo caro amico e compagno di squadra, perchè la Lancia continua a rimandare la loro partecipazione al campionato di Formula 1: le loro 2 D50s infatti sono pronte solo nel 1955, e Eugenio è terzo pilota della scuderia accanto ad Ascari e Luigi Villoresi. Ma il 1955 è un anno tragico per lui e per tutto l'automobilismo italiano: nonostante Eugenio ottenga il secondo posto a Monaco, durante il Gp Ascari finisce in mare e, pochi giorni dopo muore a Monza provando l'auto di Castellotti. Con il casco di Castellotti.
Per l'automobilismo una perdita terribile, per Eugenio un grande dolore aggravato dai sensi di colpa.
Gianni Lancia infine, a causa di problemi finanziari, trova un accordo con Enzo Ferrari e gli cede le sue auto e i suoi piloti. Castellotti inizia la sua carriera da pilota della Rossa. Finisce quinto a Zandvoort e terzo a Monza, ottenendo al termine della stagione il terzo posto assoluto.
Nel 1956 è quarto al Gp di Monaco e chiude al secondo posto a Reims in Francia dietro l'altro ferrarista Collins.
Da adesso in poi la pressione diventa più dura da sostenere, a causa della presenza in squadra di piloti del calibro di Collins, Hawthorn e Luigi Musso,il quale diventa il suo più acerrimo rivale. Nel Gp successivo infatti, a Monza,lo spettacolo lo danno loro, nei primi 5 giri, conducendo ruota contro ruota una sfida interna da mozzare il fiato, fino all'uscita per i pneumatici completamente distrutti.
Finisce il campionato al sesto posto, ma il vero trionfo dell'anno lo ottiene alla Mille Miglia, sbaragliando gli avversari di casa e non: batte tutti, Fangio, Collins e Musso. Conquista anche il titolo di Campione d'Italia.
Una stagione piena di soddisfazioni, circondato dalle ovazioni di un pubblico davvero entusiasta. Ma è l'ultima.
L'ultimo Gp a cui partecipa è quello in Argentina, ed è il più veloce nelle qualifiche tra i ferraristi, ma la sfida con le Maserati 250F è praticamente insostenibile, data la loro netta superiorità. Moss, Fangio e Behra ottengono i primi tre posti in griglia, e l'unico a dare un pò di filo da torcere è proprio Eugenio, fino a che la sua Lancia Ferrari lo abbandona.
Nei primi mesi del 1957 il nome di Castellotti compare sui giornali non per le sue imprese sportive, ma per la sua discussa relazione con la femme fatale Delia Scala e per le sue frequentazioni col mondo dello spettacolo di quegli anni.
Al suo ritorno in Europa Eugenio si reca per una festa a Firenze nella villa della sua compagna e riceve una telefonata che cambierà tutti i suoi piani. E' Enzo Ferrari, che lo avverte di aver ottenuto i tempi, non resi ufficiali, che Behra ha fatto con la Maserati 250F, e gli ordina quindi di recarsi immediatamente a Modena, per
testare la nuova Ferrari 801. Nervoso, stanco saluta gli invitati e parte immediatamente. E' decisamente infastidito per l'accaduto, tenuto sempre così sulla corda da un capo irremovibile e mai completamente soddisfatto. Appena giunto all'alba al circuito, senza aver chiuso occhio, sale in macchina e inizia i test.
Al terzo giro esce di pista e si schianta contro un cartellone pubblicitario del Circolo della Biella (locale abitualmente frequentato da tifosi e da Enzo Ferrari in persona).Tutto finito. Muore sul colpo.
Castellotti lascia un segno per gli appassionati di questo sport, e l'aneddotto con cui voglio chiudere questa biografia porterà certamente un sorriso sui vostri volti e vi farà comprendere in un attimo il personaggio Castellotti: giovanissimo ottiene la possibilità di correre, proprio nei primi anni 50, al Gp Sportcar a Monaco contro il campione Marzotto.In testa alla corsa, con alle spalle il rivale, improvvisamente
si ferma, poi riparte, ma arriva solo secondo naturalmente dietro al campione.
Si era fermato perchè aveva sete, e voleva tanto bersi una Coca-Cola.
Pazzie da campioni!!!
Fog
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