Dopo le ottime prestazioni mostrate in occasione dell’ultimo round del Campionato Mondiale eni FIM Superbike le soluzioni sviluppate ad hoc per la classe Superbike e per quella EVO sono state confermate da Pirelli anche per il terzo round che si correrà il prossimo fine settimana ad Assen.
La casa di pneumatici italiana infatti, pur soddisfatta degli ottimi risultati ottenuti ad Aragón, vuole acquisire maggiori informazioni sulle due nuove soluzioni dedicate ciascuna ad una delle due classi per valutarne le prestazioni in diverse condizioni di asfalto e temperatura.
Il TT Circuit Assen è considerato uno dei tracciati più difficili del campionato ed è soprannominato “La Cattedrale” della velocità per via dell’elevata velocità media di percorrenza. Il circuito è stato realizzato nel 1925 e oggi misura 4.542 metri con 11 curve a destra e 6 a sinistra.
Anche se non particolarmente stressati dal punto di vista termico, sul tracciato di Assen gli pneumatici devono comunque essere in grado di fornire grande precisione e molta stabilità direzionale al pilota. Nel mese di aprile è facile incontrare condizioni metereologiche variabili e temperature piuttosto rigide e questo è un altro fattore da tenere in considerazione.
La caratteristica principale di Assen risiede nella sequenza di curve lunghe a velocità costante, curve lente ad U con frenate e improvvise accelarazioni, rapide chicane e curve lunghe con forti accelerazioni in uscita con la moto ancora in piega.
La caratteristica principale di Assen risiede nella sequenza di curve lunghe a velocità costante, curve lente ad U con frenate e improvvise accelarazioni, rapide chicane e curve lunghe con forti accelerazioni in uscita con la moto ancora in piega.
Con una percentuale bituminosa alta, l’asfalto del circuito gode di una forte dipendenza tra tenore di aggressività della pista e temperatura esterna. Questo fa sì che con temperature basse, le soluzioni posteriori possano soffrire di problemi di lacerazione (l’ormai noto cold tearing), in particolare in caso di soluzioni morbide (e quindi meno resistenti) e con pista a un livello di gommatura scarso, tipicamente nella giornata di venerdì.
Le soluzioni Pirelli per le classi Superbike e Supersport:
Pirelli si presenta al terzo appuntamento del Campionato Mondiale eni FIM Superbike portando un totale di 4619 pneumatici in grado di far fronte alle esigenze di tutte le classi.Di questi 2036 sono dedicati ai piloti Superbike, 1326 a quelli Supersport, 464 sono quelli per la Superstock 1000, 585 per la Superstock 600 e 208 per la European Junior Cup.
In Superbike ciascuno pilota può contare per l’intero weekend di gara su una fornitura di 76 pneumatici DIABLO™ Superbike di cui 35 anteriori e 41 posteriori. Tutte le opzioni disponibili sono già note ai piloti perchè erano già disponibili nel round di Aragón, l’obiettivo di Pirelli è vederle ora in azione su un altro circuito per approfondirne ulteriormente la versatilità.
All’anteriore tre le alternative: la SC1 e la SC2 standard e la SC1 di sviluppo S1699, che ha debuttato con successo ad Aragón dove è stata scelta da circa l’80% dei piloti schierati in griglia perchè offre un maggior sostegno nell’approccio alle curve a favore di una migliore precisione di guida.
Quattro in totale le opzioni posteriori, di cui due in comune a tutti i piloti e una terza diversa per piloti Superbike e per quelli EVO. Le due soluzioni disponibili per tutti i piloti sono la SC0 di gamma, soluzione morbida ideale per affrontare asfalti lisci e temperature elevate e molto utilizzata in Gara 2 in Spagna e la SC1 di gamma, in mescola di durezza media, che si posiziona a metà strada tra la soluzione morbida e quella dura ed è stata utilizzata molto dai piloti Superbike ad Aragón in Gara 1 quando le temperature erano meno elevate.
Quattro in totale le opzioni posteriori, di cui due in comune a tutti i piloti e una terza diversa per piloti Superbike e per quelli EVO. Le due soluzioni disponibili per tutti i piloti sono la SC0 di gamma, soluzione morbida ideale per affrontare asfalti lisci e temperature elevate e molto utilizzata in Gara 2 in Spagna e la SC1 di gamma, in mescola di durezza media, che si posiziona a metà strada tra la soluzione morbida e quella dura ed è stata utilizzata molto dai piloti Superbike ad Aragón in Gara 1 quando le temperature erano meno elevate.
La terza ed ultima soluzione per i piloti Superbike sarà la SC1 di sviluppo S1185 che ha debuttato ad Aragón come alternativa della SC1 di gamma rispetto alla quale garantisce un'usura più omogenea e una migliore performance ed è stata utilizzata da quasi tutti i piloti in Gara 1.
Nella categoria EVO i piloti potranno contare ancora sulla valida SC0 di sviluppo R1120, in grado di offrire una maggiore resistenza all'usura e molto apprezzata nell’ultimo round in terra iberica.
Inoltre i 20 piloti che accederanno alla Superpole del sabato avranno come sempre a disposizione uno pneumatico da qualifica in mescola molto morbida che permette 1-2 giri alla massima prestazione.
In Supersport, gli pneumatici DIABLO™ Supercorsa SC nel carnet di ciascun pilota saranno 51 divisi tra 23 all’anteriore e 28 al posteriore. Come nei primi due round SC1 e SC2 di gamma saranno le opzioni per l’anteriore, al posteriore oltre alla SC1 di gamma i piloti ritroveranno la specifica S0624, alternativa della SC1 di gamma già vista in azione ad Aragón, e la SC2 di sviluppo R1288 in mescola dura più protetta rispetto alle SC1 in caso di basse temperature.
Oltre agli pneumatici slick, pneumatici intermedi DIABLO™ Wet e pneumatici da bagnato DIABLO™ Rain sono previsti per tutte le classi.
“Quello di Assen è forse uno dei pochi impianti progettati specificatamente per le due ruote ma nel corso degli anni ha subito diverse modifiche” ricorda Giorgio Barbier, Racing Director di Pirelli Moto “L’ultimo anno in cui le gare si sono svolte con il layout originale lungo poco più di 6 chilometri che ha fatto conoscere questo circuito a tutti come la Cattedrale della velocità è stato il 2001. Fino ad allora Assen è sempre stato un circuito in cui per vincere serviva davvero un grande coraggio perchè la pista era ancora a dorso di mulo, senza cordoli e con canali d’acqua non molto lontani dalle vie di fuga. I sorpassi più belli si potevano vedere solo nelle parti veloci ma era necessaria una grandissima precisione per non rischiare di finire a bordo pista. La modifica importante più recente è stata realizzata nel 2006 ed ha visto l’eliminazione di tutta la prima parte del circuito, molto veloce e particolare per un tracciato moderno, che ha ridotto di quasi 1.500 metri lalunghezza del tracciato. Probabilmente ora il circuito ha perso un po’ del fascino che aveva inizialmente ma è, senza dubbio, diventato molto più sicuro”.
(Foto Lauro Atti)
(Foto Lauro Atti)