Ottima tappa, la settima, per la Panda arrivata al bivacco molto, molto infangata, segno di un percorso duro che, dopo la pioggia di due giorni fa, è stato compromesso dal fango. La Panda ha fatto un lavoro ottimo ed è subito finita nelle mani dei meccanici perché comunque la tappa ha portato con sé un problema di semiasse – il sinistro, che è uscito ma è stato subito riparato – un perdita di olio dal cambio e due gomme forate. Dettagli che apprendiamo dal blog della PanDAKAR, puntualmente aggiornato da Giulio Verzeletti e Antonio Cabini, che condividono l'abitacolo della Panda nella maratona sudamericana.
L’alta quota non ha ha compromesso il rendimento del motore: il 1.9 Turbodiesel della PanDAKAR lavora bene, spinge e non decade mai.
Una giornata come questa è una vera iniezione di fiducia: il team ha bisogno proprio di questo, di fare il pieno di consapevolezza e fiducia nei propri mezzi e uomini per affrontare le tappe dure che verranno, come quella nel deserto di Atacama, nei prossimi giorni in Cile.
Oggi partenza presto, destinazione passi andini e la frontiera che poterà il team PanDAKAR in Cile.
La Panda va. Eccome se va.